EvdÈ stata condotta un'analisi per investigare l'associazione tra la frequenza dell'attività fisica (Af) e il tasso di declino della velocità di filtrazione glomerulare misurata (mGrf). Lo studio ha coinvolto una popolazione generale sana composta da 1837 individui di età compresa tra 50 e 64 anni che non presentavano al basale diabete, patologie cardiovascolari o nefropatie auto-riferite. L'attività fisica è stata valutata tramite auto-segnalazione utilizzando il questionario Physical Activity Frequency, Intensity, and Duration, con il volume di esercizio espresso in minuti di equivalente metabolico (Met) per settimana. La misurazione dell'mGrf è stata eseguita in tempi multipli nell'arco di 11 anni, impiegando la tecnica di clearance dell'ioexolo.
Una maggiore frequenza di attività fisica settimanale è stata associata a una significativa riduzione del rischio di un declino accelerato della Gfr. Nello specifico, i soggetti che praticavano attività fisica con maggiore frequenza (quasi ogni giorno o circa cinque volte alla settimana) hanno mostrato un rischio inferiore del 71% di manifestare un declino accelerato dell'mGrf, rispetto ai soggetti che dichiaravano inattività fisica. Questa associazione è stata quantificata tramite un odds ratio aggiustato di 0.29.
È stata altresì osservata una chiara tendenza dose-risposta in funzione della frequenza della Af (p=0.001). I partecipanti che si impegnavano in attività fisica quasi quotidiana hanno registrato un rallentamento del declino annuo dell'mGrf quantificabile in 0.47 mL/min/1.73 m²/anno (p=0.006). Al basale, 694 partecipanti aderivano alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di almeno 450 Met minuti a settimana; in questa coorte, il declino mediano dell'mGrf era di -1.06 mL/min/1.73 m²/anno.

Conclusioni e implicazioni cliniche
I dati supportano l'ipotesi che una maggiore frequenza settimanale di Af e l'aderenza alle raccomandazioni Oms siano correlate a un rallentamento della progressione del declino dell'mGrf in una popolazione generale sana. Gli autori suggeriscono che l'incremento dell'attività fisica, a livello globale e trasversalmente a tutte le fasce d'età, costituisca una strategia a basso costo e ad alto impatto per intervenire sui fattori eziologici della malattia renale cronica (Ckd).

Bibliografia
Inger TT Enoksen, et al.Regular Physical Activity is Associated with Slower Age-Related Iohexol Clearance Decline in the General Population without Diabetes. Clin J Am Soc Nephrol 2025. doi: 10.2215/CJN.0000000832.