Il grido d'allarme dei Mmg lombardi
“Il nostro lavoro è aggravato da continue richieste improprie, da normative disattese e da un contesto conflittuale, specie con i pazienti assistiti da assicurazioni private”, si legge nel documento.
L’appello arriva in un momento allarmante: secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, negli ultimi dieci anni la Lombardia ha perso oltre 1.250 medici di base, con un calo del 28% rispetto al 2023. Ogni medico assiste oggi in media 1.547 pazienti, ben oltre la soglia raccomandata di 1.000.
Tra le questioni più spinose, la pratica – definita “non clinicamente giustificata” – della ricopiatura di prescrizioni scadute dopo sei mesi. I medici temono che ciò possa compromettere la loro responsabilità professionale.
Non meno urgente è la richiesta di ripristinare una distribuzione regolare dei ricettari rossi, oggi giudicata “estremamente limitata”. E ancora, viene chiesto un chiarimento sulle emissioni mancate di impegnative, certificati di malattia e richieste di ricovero da parte degli specialisti ospedalieri, che costringono i medici di base a farsi carico di incombenze non previste dal loro ruolo.
Lamg sollecita inoltre l’estensione obbligatoria del certificato di malattia telematico a tutte le strutture, comprese quelle private accreditate, per uniformare le procedure e ridurre i carichi amministrativi.
Anche il programma di “presa in carico” è finito sotto accusa: secondo i firmatari, concentra le risorse sui pazienti a bassa complessità, lasciando ai margini i casi più fragili. L’associazione propone una riformulazione del modello per renderlo più equo ed efficace.
“Siamo pronti a una mobilitazione costante fino a quando le istituzioni non mostreranno un impegno reale e tangibile”, conclude la missiva, che lascia comunque spazio al dialogo con la Regione.