“Non esistono patologie minori e non si può delegare al farmacista la valutazione clinica del paziente”. È netta la posizione dell’Associazione società scientifica interdisciplinare e di medicina di famiglia e comunità (Assimefac) sul nuovo Testo unico della farmaceutica, approvato dal Consiglio dei ministri a settembre, che introduce la figura del farmacista prescrittore.
Il provvedimento prevede che il farmacista possa prescrivere farmaci in casi circoscritti – come patologie minori, rinnovo di terapie croniche, screening e campagne di prevenzione – nell’ambito di protocolli condivisi e dopo una specifica formazione certificata.
“Vorremmo ricordare che anche la cosiddetta influenza può avere esiti molto diversi tra un giovane sano e un anziano fragile pluripatologico” sottolinea Leonida Iannantuoni, presidente di Assimefac e consigliere nazionale Fism. “Chi decide, quindi, se ci troviamo di fronte a una patologia minore? In medicina, lo sappiamo, non esistono le malattie ma i malati”.
Sulle terapie croniche, il presidente evidenzia come “dietro il rinnovo non ci sia solo un atto burocratico, ma la valutazione clinica del paziente, il confronto con lui, la richiesta di esami e la verifica dei risultati. Tutto questo non può essere delegato a chi non ha la formazione medica necessaria”.
Dubbi anche sulla possibilità che i farmacisti partecipino agli screening e alle campagne di prevenzione: “Questi compiti dovrebbero restare in capo ai medici di medicina generale o ai dipartimenti di prevenzione delle Asl. Coinvolgere ulteriori figure rischia solo di creare sovrapposizioni e confusione: quando cantano troppi galli non fa mai giorno” aggiunge Iannantuoni.
Scetticismo anche sui protocolli condivisi e sulla cosiddetta formazione specialistica: “Già oggi esistono difficoltà di dialogo tra medicina generale, ospedaliera e dipartimenti di prevenzione. Aggiungere un nuovo interlocutore complicherebbe ulteriormente il quadro. E una formazione specialistica senza una solida base clinica resterebbe solo teorica e approssimativa”.
Infine, l’Assimefac richiama l’attenzione sul rischio di conflitto d’interesse “autorizzando lo stesso soggetto alla prescrizione e alla vendita del farmaco”.
“Per tutte queste ragioni – conclude Iannantuoni – l’Assimefac non può che esprimere perplessità, se non un giudizio negativo, sul Testo unico della farmaceutica così come varato dal Governo”.