Ecografi negli studi dei medici di famiglia: opportunità e criticità
L’Ordine dei Medici della provincia di Bergamo sostiene il progetto fin dall’avvio, e l’idea è chiara: portare la diagnostica “vicina al cittadino”, riducendo visite ospedaliere e rendendo più tempestiva la gestione dei problemi di salute.
Ma la proposta non è priva di nodi e solleva questioni tecniche, normative e deontologiche che già dividono il mondo della Medicina generale.
I vantaggi prospettati
1. Maggior appropriatezza e tempestività: l’ecografia “point-of-care” (o Pocus, “point of care ultrasound”) consente al medico di risposta rapida a quesiti specifici, ad esempio sulla presenza di liquidi, versamenti, alterazioni visibili semplicemente con ultrasuoni focalizzati.
2. Riduzione del ricorso ospedaliero: evitando esami fuori sede o invii in Pronto Soccorso inutili, potrebbe alleggerirsi la pressione sui centri di secondo livello.
3. Incremento del ruolo clinico del medico di base: dotarlo di strumenti di imaging — purché utilizzati con consapevolezza — valorizza la funzione diagnostica territoriale, non solo prescrittiva.
I temi critici e le resistenze
Formazione e competenza
L’approccio Pocus non è un’ecografia “classica”: richiede un training specifico, competenze su regioni anatomiche limitate, e aggiornamento continuo. Non basta consegnare un dispositivo. Il rischio è che il medico esegua scansioni in zone per le quali non è adeguatamente preparato, con errori di interpretazione o richieste di test analoghi per “verifica”, vanificando i benefici.
Responsabilità e refertazione
Se l’ecografia diventa parte dell’atto diagnostico, occorre chiarire chi assuma la responsabilità (il medico di medicina generale? una struttura di supporto?).
Inoltre, non è scontata l’adozione di un referto completo: molti modelli Pocus prevedono scansioni “mirate”, focalizzate su quesiti diagnostici limitati, non un esame completo dell’organo.
Rimborso e sistema dei pagamenti
Una barriera segnalata più volte è la mancanza di un compenso chiaro e adeguato per le attività ecografiche svolte in ambulatory care. Senza un modello che remuneri queste prestazioni, il carico aggiuntivo rischia di ricadere sul medico.
Standardizzazione e regolamentazione
L’uso dell’ecografia in medicina generale non è ancora normato con chiarezza in molte regioni: mancano protocolli condivisi e livelli minimi di qualità da rispettare.
Inoltre, la tecnica ecografica usata in contesti emergenziali (ospedale) non è traslabile “tout court” al setting territoriale, per differenze di popolazione, infrastrutture e priorità cliniche.
Rischio di sovradiagnosi e iperesposizione a esami aggiuntivi
Se l’ecografo è usato in modo non mirato, si può generare un eccesso di scoperte incidentali che inducono richieste di accertamenti secondari, talvolta inutili. In alcuni studi europei su Pocus è emerso che medici senza formazione completa possono avviare esami in aree per le quali non hanno competenza.
Il contesto nazionale e internazionale
La letteratura italiana già riconosce il ruolo crescente della Pocus in Mg. Un articolo della Simg segnala che lo Stato ha previsto fondi per dotare Mmg e pediatri di dispositivi ecografici, purché inseriti in piani programmati. All’estero, l’ecografia point-of-care è in uso crescente nella medicina territoriale, soprattutto in paesi nordici, ma la mancanza di standard e modelli di rimborso rimane un ostacolo comune.
Un dibattito che conviene governare
L’iniziativa di Bergamo apre una sperimentazione locale che può divenire paradigma, purché accompagnata da regole chiare e tutele adeguate.
Se ben gestita, può contribuire a:
⦁ avvicinare la diagnosi al paziente;
⦁ potenziare il ruolo decisionale del medico di medicina generale;
⦁ ridurre tempi e costi inutili.
Ma se gestita male, rischia di generare disomogeneità, responsabilità vaghe e tensioni economiche tra professionista e sistema.
Per questo il tema è destinato a restare dibattuto e divisivo: l’adozione generalizzata degli ecografi in medicina generale richiede che si chiariscano formazione, rimborso, responsabilità e qualità diagnostica.