Disturbi del sonno, stress, ansia, paura: ad esserne afflitti, dopo la pandemia, sono il 24% dei medici di continuità assistenziale, quasi uno su quattro. Lo stesso accade a un medico di famiglia su dieci, al 4% dei medici ospedalieri e al 3% degli odontoiatri. Questi sono alcuni dei dati che emergono dal sondaggio dell’Istituto Piepoli presentato alla Conferenza nazionale sulla Questione Medica. Secondo il presidente della FNOMCeO, la perdurante mentalità aziendalista che pervade il nostro Ssn, tutta concentrata solo sui risultati economici, non ha permesso di mettere in atto iniziative tese a rilevare questo drammatico fenomeno, né tantomeno a interrogarsi su come prevenirlo e affrontarlo. "Per questo chiederemo, tra le altre istanze - ha precisato - il riconoscimento del burnout come malattia professionale".
Questi per lo Smi sono i punti salienti per dare un nuovo corso all'esercizio della professione nel nostro Paese. "Il lavoro dei medici è cambiato - ha dichiarato Pina Onotri, segretario generale Smi - e la categoria ha subito grandi trasformazioni. Per queste ragioni riteniamo non più procrastinabile il riconoscimento di tutte le tutele che in questi anni sono state proposte per i medici di medicina generale in convenzione e una piena parità di genere nella professione medica, argomento, quest'ultimo, ribadito anche nel Pnrr per rilanciare lo sviluppo nazionale in seguito alla pandemia.
Il sindacato ha deciso di non prendere parte alla prima conferenza nazionale sulla “Questione Medica” che si terrà nella capitale il 21 Aprile. ”Che senso ha aprire un dibattito con tremila sigle - spiega Angelo Testa, Presidente nazionale Snami - in un momento in cui la MG è sotto assedio. Abbiamo voluto dare un messaggio forte alle organizzazioni sindacali che saranno presenti, al Presidente della FNOMCeO, alle Istituzioni e soprattutto al Ministro della Sanità che non ci ha mai incontrato, nonostante le ripetute, innumerevoli ed educate richieste formalmente inviate”.
Il segretario regionale della Fimmg Donato Monopoli ha scritto una lettera alla Regione in cui minaccia di rivolgersi al Giudice competente per ottenere i compensi non corrisposti nella tempistica concordata con la Regione inerenti alle vaccinazioni anti Covid-19, anti influenzale, antipneumococcica effettuate dai Mmg.
Lo schema di Decreto Legge per l’attuazione del Pnrr porta al 30 giugno 2022 il termine per l'entrata in vigore delle sanzioni, in precedenza fissato al primo gennaio 2023, a carico degli esercenti o professionisti, medici compresi, che rifiutano pagamenti a mezzo carte di credito, carte di pagamento prepagate, e, in genere, mezzi di pagamento elettronici.
La prescrizione diretta da parte dei medici di famiglia degli antivirali per Covid è stata accolta con grande soddisfazione dai rappresentanti della professione comprese le società scientifiche. Ma al riguardo il segretario generale della Fimmg ha tenuto a precisare: "Un grande passo avanti, noi siamo pronti e disponibili. Speriamo solo che non diventi un boomerang burocratico, con un altro piano terapeutico, per cui ci vuole più tempo per compilare le carte che per curare il paziente".
Ne è convinto Luca Puccetti Coordinatore Corso di Formazione Specifico in Medicina Generale della Toscana che, in una lettera inviata alla nostra redazione, confuta la tesi espressa da Francesco Peyronel su M.D. Digital precisando: "Il problema delle carenze dei Mmg non si affronta allargando ad una platea di medici non specificamente formati la possibilità di diventare a tempo indeterminato medici di famiglia, ma in primis governando il rapporto tra massimale ed ottimale".