L'ottimizzazione del rapporto costo-efficacia nella diagnostica del carcinoma prostatico rappresenta una priorità clinica e gestionale. Tradizionalmente, la risonanza magnetica multiparametrica (MriMp) è il gold standard per la rilevazione del carcinoma prostatico clinicamente significativo (CPcs), integrando sequenze T2-pesate, Diffusion-Weighted Imaging (Dwi) e l'impiego di un agente di contrasto paramagnetico (Gadolinio). Sebbene l'MriMp abbia significativamente ridotto la necessità di biopsie sistematiche e limitato i fenomeni di sovradiagnosi, il protocollo è prolungato (30-40 minuti) e oneroso, con il gadolinio che contribuisce ai costi elevati e solleva preoccupazioni riguardo la tossicità ambientale e la durata dell'esame.
La potenziale eliminazione dell'agente di contrasto è stata investigata tramite la valutazione dell'IRM biparametrica (MriBp), definita dalla combinazione di sequenze T2 e DWI. Lo studio multicentrico internazionale Prime (Prostate Imaging using Mri– Contrast Enhancement), uno studio di non-inferiorità, ha coinvolto 490 soggetti con elevato suspicion index di CP (dovuto a Digital Rectal Examination anomalo o elevati livelli di Psa, mediana 5,6 ng/ml). I partecipanti sono stati sottoposti a MriM completa. L'interpretazione è stata eseguita in cieco, valutando inizialmente solo i parametri MriBp, seguiti dall'inclusione delle immagini post-contrasto (completando l'MriM).
I risultati hanno dimostrato la non-inferiorità statistica dell'MriBp rispetto all'MriMp nella rilevazione del CPcs. L'MriBp ha identificato il 29,2% dei CPcs, a fronte del 29,6% rilevato dall'MriMp. La differenza assoluta tra i due protocolli è risultata marginale (0,4 punti percentuali, con un intervallo di confidenza del 95% che va da –1,2 a 0,4). Anche la rilevazione di carcinomi non clinicamente significativi è risultata comparabile tra le due metodologie.
È stato rilevato che l'iniezione del mezzo di contrasto ha alterato l'indicazione alla biopsia solo nello 0,4% dei pazienti inclusi. Grazie al suo robusto disegno prospettico e alla standardizzazione dei protocolli di acquisizione, lo studio suggerisce che l'MriBp rappresenta una strategia diagnostica validata, che non compromette l'efficacia clinica per le lesioni significative. Questa metodologia è intrinsecamente più breve, più sicura e meno dispendiosa, prospettando benefici organizzativi e ambientali significativi su vasta scala, inclusa una maggiore capacità di gestione dei pazienti. Tuttavia, la trasposizione di questa strategia nella pratica clinica corrente richiede una preliminare valutazione della qualità delle immagini, poiché l'efficacia dell'MriBp è strettamente correlata a un'eccellente qualità diagnostica.

Bibliografia
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• Davenport MS, et al. Biparametric Prostate MRI Is Safe and Effective if Image Quality Is Excellent. JAMA 2025. doi: 10.1001/jama.2025.13914.