EvdIl Servizio sanitario nazionale ha registrato una crescita del personale negli ultimi anni, ma secondo il recente Report pubblicato da Agenas a settembre 2025, il sistema si avvia verso una crisi strutturale. Entro il 2035, oltre 140mila operatori sanitari lasceranno il Ssn per pensionamento, con un picco di uscite previsto tra il 2029 e il 2033.
Al 31 dicembre 2023, il personale dipendente del Ssn ammontava a 701.170 unità, con un incremento del 7,95% rispetto al 2019. Il 69% è composto da donne, ma il dato più allarmante riguarda l’età: il 35,65% ha più di 55 anni. Tra i medici, il tasso nazionale è di 1,86 ogni 1.000 abitanti, superiore alla media Ue  , ma il 44% ha già superato i 55 anni. Si stima che 39.000 medici dipendenti andranno in pensione tra il 2026 e il 2038.
La Medicina generale è tra i settori più esposti. Il numero dei medici di medicina generale (Mmg ) è sceso da oltre 45.000 nel 2013 a 38.000 nel 2023, con una perdita netta di 7.000 professionisti in dieci anni. Il report Agenas stima che 20.583 medici del ruolo unico di assistenza primaria andranno in pensione entro il 2035. Si tratta di una quota significativa, che rischia di compromettere la tenuta delle cure territoriali, già messe sotto pressione da carichi crescenti e da una riforma del ruolo ancora in fase di assestamento.
Nonostante l’aumento delle borse di formazione per Mmg  (2.228 nel 2025), il problema non è solo quantitativo. La professione soffre di una crescente disaffezione tra i giovani medici, dovuta a condizioni di lavoro non sostenibili, mancanza di tutele contrattuali, scarsa integrazione nel Ssn e prospettive di carriera limitate. Il report non lo dice esplicitamente, ma i dati confermano una tendenza che i sindacati e i movimenti professionali denunciano da tempo: senza un cambio di paradigma, la medicina generale rischia l’estinzione.
Sul fronte infermieristico, l’Italia presenta una media di 6,86 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro gli 8,26 della media europea. Il rapporto infermiere per medico è tra i più bassi dell’OCSE. Il report prevede l’uscita di circa 78.000 infermieri entro il 2035. Nonostante l’aumento dei posti nei corsi di laurea (20.699 nel 2025–2026), le domande di iscrizione sono in calo, con valori negativi nel Centro-Nord.
Gli Operatori socio sanitari (Oss) hanno registrato una crescita del 36,8% dal 2019, raggiungendo 75.978 unità nel 2023. Tuttavia, si stima che circa 26.000 OSS lasceranno il Ssn entro il 2035. La mancanza di dati aggregati sulla formazione rende difficile una pianificazione efficace.
Sul versante della formazione medica, i posti per il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia sono più che raddoppiati in dieci anni, passando da 10.656 nel 2014/2015 a 24.026 nel 2025/2026, anche grazie alla riforma che ha abolito il test d’ingresso. Tuttavia, persistono criticità nella formazione post-laurea: molte borse di specializzazione restano non assegnate, soprattutto in settori strategici come Medicina d’Emergenza-Urgenza (copertura al 30%), Microbiologia (11%) e Radioterapia (18%).
Agenas ha ribadito la necessità di una programmazione efficace e ha sviluppato una metodologia per la determinazione oggettiva del fabbisogno professionale, approvata nel biennio 2022–2023. Senza un investimento strutturale nel capitale umano, il Ssn rischia di non reggere l’impatto demografico e assistenziale dei prossimi decenni. Per la medicina generale, il tempo delle soluzioni rinviate sembra ormai scaduto.