
Il Pss, integrato nel Fascicolo sanitario elettronico 2.0, raccoglie dati clinici essenziali del paziente – anagrafica, patologie croniche, allergie, terapie farmacologiche, trapianti, anamnesi familiare – ed è accessibile anche in pronto soccorso senza consenso esplicito, per garantire la presa in carico in caso di emergenza.
La decisione di rinviare arriva dopo le criticità sollevate dal presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi. “Il Profilo Sanitario Sintetico potrà apportare migliorie nell’assistenza dei cittadini italiani, ma presenta numerose e pesanti criticità connesse con la cyber-sicurezza, con la privacy, con problemi di natura etica e medico-legale – spiega il Rossi –. Sarà uno strumento a cui approcciarsi con grande cautela da parte dei colleghi che si troveranno a compilarlo”. “La nostra esperienza di lombardi ci mette, ad esempio, a contatto con un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti già ora, che dovrebbe essere più semplice – prosegue Rossi –. Il Siss che è partito prima di tutti gli altri sistemi sociosanitari informatici italiani nello scorcio degli Anni Novanta, ancora oggi presenta problemi irrisolti e inefficienze. Basti dire che i grossi ospedali lombardi neppure si parlano, in senso informatico, tra un reparto e l’altro”. “Nessuno ha mai pensato di costruire una rete informativa tra i vari attori del sistema – scuole, medicina del lavoro, servizi di igiene ed epidemiologia pubblica, ospedali e medici convenzionati del territorio – che possa davvero funzionare – spiega ancora Rossi –. Tutti sanno che, con una rete inesistente come quella descritta e con un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti, l’applicazione del nuovo decreto sul Pss sarà ardua, se non impossibile. Ma, evidentemente, per rispettare i termini del Pnrr e aspirare a percepirne i relativi finanziamenti, tutti devono far finta che entro la fine di settembre questo sistema possa ragionevolmente andare a regime. Tutti, tranne chi con questo sistema deve lavorare e garantire la salute dei cittadini. Faremo sentire la nostra voce”.
Infine, accanto ai nodi della sicurezza informatica e della privacy, l’Omceo-Mi richiama l’attenzione anche su un altro rischio cruciale: la possibilità che dati particolarmente sensibili vengano utilizzati in modo improprio. “Il Pss solleva questioni etiche – sottolinea Rossi –. Alcuni dati, come quelli relativi alla salute mentale o alle dipendenze o ad alcune malattie, potrebbero essere considerati troppo sensibili per essere condivisi. C’è il rischio che il Profilo Sanitario Sintetico possa essere utilizzato per discriminare i cittadini, ad esempio in ambito lavorativo o assicurativo”.
Il rinvio recepisce anche le difficoltà operative segnalate dalla Fimmg, che aveva giudicato “impossibile” l’avvio a causa dell’inadeguatezza dei software gestionali degli studi di medicina generale, con rischio di aggravio burocratico.
Più positivo il commento dell’Ordine dei medici di Roma: per il presidente Antonio Magi, il Pss rappresenta “un passo importante verso un Ssn più efficiente e integrato”, sottolineando però la necessità che il carico operativo non ricada esclusivamente sulla Medicina generale. Magi chiede l’inclusione dei dati provenienti dalla specialistica ambulatoriale e ospedaliera, la piena tutela della privacy e un monitoraggio attento dei carichi amministrativi, affinché lo strumento non diventi insostenibile.