
Il documento prevede un rapporto spesa sanitaria/Pil stabile al 6,4% per il triennio 2025–2028, con un lieve incremento al 6,5% nel 2026. Numeri che, secondo Onotri, restano ben al di sotto della media europea e non consentono interventi strutturali sul sistema sanitario pubblico.
“Le risorse previste – sottolinea – sono in gran parte già vincolate a spese obbligatorie, come la prosecuzione dei progetti del Pnrr. Alla fine, solo una quota residuale sarà disponibile per il personale, e non certo per aumenti stabili o nuove assunzioni.”
Per la leader dello Smi, il quadro attuale riflette una sanità fondata sull’emergenza continua, dove si ricorre a misure tampone senza una visione di lungo periodo.
“Non possiamo più permetterci di lavorare in un sistema che vive alla giornata – afferma – mentre gli stipendi dei medici italiani restano tra i più bassi d’Europa. Servono investimenti veri e una programmazione nazionale seria, capace di restituire forza e dignità alla sanità pubblica.”
Nel Dpfp trovano spazio anche deleghe rilevanti, come quella al Governo per la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e la revisione del modello organizzativo del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ma anche in questo caso, secondo Onotri, le decisioni vengono rinviate.
“Scelte così importanti – avverte – dovrebbero essere condivise con tutta la categoria medica, non rimandate a data da destinarsi.”
Tra le richieste dello Smi, spicca la necessità di nuove tutele per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, troppo spesso esclusi da garanzie fondamentali.
Onotri sollecita l’avvio di una stagione di investimenti dedicati a maternità, malattia, infortunio Inail e malattia professionale per i convenzionati, oltre a misure fiscali per defiscalizzare le voci variabili dello stipendio, con l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione.
Lo Smi guarda ora alla prossima legge di bilancio 2026, attesa a fine anno, come ultima occasione per un cambio di rotta.
“Chiediamo al Parlamento – conclude Onotri – che la prossima manovra preveda miglioramenti strutturali e maggiori fondi per il personale sanitario. Non si può continuare a gestire solo l’ordinario: serve un piano concreto e risorse adeguate per rilanciare davvero il Servizio sanitario nazionale.”