
Il recente congresso Easd è stato lo scenario che ha visto la presentazione dei risultati principali dello studio Surpass-Cvot, uno studio di Fase 3 pionieristico e di lungo periodo (oltre quattro anni e mezzo di follow-up mediano) che ha confrontato direttamente due terapie incretiniche per adulti affetti da diabete mellito di tipo 2 e malattia cardiovascolare aterosclerotica conclamata. Questo studio, che ha coinvolto oltre 13.000 pazienti in 30 Paesi, è il più ampio e prolungato mai condotto su tirzepatide.
Tirzepatide, un agonista duale dei recettori Gip/Glp-1, è stato confrontato con dulaglutide (agonista del recettore Glp-1), un farmaco che aveva già dimostrato un chiaro beneficio cardiovascolare nello studio Rewind.
Obiettivo primario: non inferiorità e riduzione degli eventi Mace-3
L'obiettivo primario dello studio era dimostrare la non inferiorità di tirzepatide rispetto a dulaglutide nel tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori (Mace-3), un endpoint composito che include morte cardiovascolare, infarto miocardico (Im) o ictus.
Tirzepatide ha raggiunto questo obiettivo. Il rischio di Mace-3 è risultato inferiore dell'8% per tirzepatide rispetto a dulaglutide (Hazard Ratio: 0,92; IC al 95,3%: 0,83-1,01). Questo risultato ha soddisfatto i criteri predefiniti di non inferiorità (limite superiore dell'IC <1,05).
Inoltre, un'analisi chiave predefinita che ha confrontato indirettamente tirzepatide con un ipotetico placebo (utilizzando dati abbinati dallo studio Rewind) ha dimostrato che tirzepatide ha ridotto il rischio di eventi Mace-3 del 28% (HR: 0,72).
Benefici clinici superiori su endpoint secondari
Tirzepatide ha mostrato benefici superiori e statisticamente significativi rispetto a dulaglutide su importanti parametri cardiometabolici e sistemici.
1) Mortalità per tutte le cause: Il tasso di mortalità per tutte le cause è risultato inferiore del 16% con tirzepatide (HR: 0,84) rispetto a dulaglutide. Rispetto a un placebo ipotetico, la riduzione della mortalità per tutte le cause stimata è stata del 39% (HR: 0,61).
2) Controllo glicemico e del peso: tirzepatide ha garantito riduzioni significativamente superiori di emoglobina glicata (HbA1c) e peso corporeo. A 36 mesi, tirzepatide ha ridotto l'HbA1c dell'1,73% (contro lo 0,90% di dulaglutide), e ha portato a una riduzione del peso corporeo del 12,06% (circa 11,43 kg) rispetto al 4,95% (circa 4,65 kg) osservato con dulaglutide. Tirzepatide ha anche determinato miglioramenti superiori nei biomarcatori cardiovascolari, inclusi lipidi plasmatici e pressione arteriosa sistolica.
3) Funzione renale: in un sottogruppo di pazienti con malattia renale cronica ad alto o altissimo rischio, tirzepatide ha rallentato il declino del tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGfr) di 3,54 mL/min/1,73 m² a 36 mesi rispetto a dulaglutide.
Sicurezza e implicazioni
Il profilo di sicurezza e tollerabilità di tirzepatide è risultato in linea con quanto già noto. Gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale (nausea 25,1%, diarrea 24,8%), generalmente lievi o moderati. Il tasso di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi è stato leggermente superiore nel gruppo tirzepatide (13,3%) rispetto a dulaglutide (10,2%).
Questi risultati sono di grande rilievo. Come sottolineato dal Dott. Stefano Del Prato, il raggiungimento della protezione cardiovascolare di tirzepatide, dimostrato nel confronto con una terapia (dulaglutide) già riconosciuta per i suoi benefici cardiaci, conferma il valore della molecola per il trattamento integrato del diabete di tipo 2. Le evidenze rafforzano il valore di tirzepatide come opzione terapeutica solida e innovativa, offrendo vantaggi clinici più ampi, inclusa una maggiore protezione renale e una riduzione del rischio di morte per tutte le cause.