Emicrania: necessaria una rapida presa in cura per prevenire cronicità e costi
L’emicrania è una patologia che colpisce circa il 12% della popolazione italiana, interessando oltre 6 milioni di persone e provocando pesanti ricadute sia sulla qualità di vita che su quella lavorativa. L’impatto socio/economico in Italia è consistente, ammontando a circa 3,5 miliardi di euro all’anno. Nello specifico, il 15% delle persone affette sperimenta oltre 4 episodi al mese, il 4,2% ne ha oltre 8, e il 5% perde più di 5 giorni lavorativi al mese.
A fine ottobre è arrivato a Milano il Road Show intitolato: “Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa: Focus Emicrania. Novità nella strategia di profilassi e nella gestione dell’attacco acuto – Regione Lombardia”.
L’iniziativa, organizzata da Motore Sanità grazie al contributo non condizionante di Pfizer, ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza delle istituzioni regionali sull’impatto epidemiologico, clinico, sociale ed economico dell’emicrania. Si sottolinea inoltre l’importanza di una rapida presa in cura delle persone che soffrono di questa patologia, anche grazie alle opportunità terapeutiche oggi disponibili. Questo road show toccherà complessivamente 3 capoluoghi di regione italiani.
Necessità organizzative e riconoscimento istituzionale
L’emicrania può manifestarsi con diversi gradi di severità. Per la sua gestione sono state istituite strutture dedicate alla diagnosi e alla cura, organizzate su tre livelli di complessità:
1. I livello: ambulatori specialistici;
2. II livello: Centri Cefalee dedicati alla diagnosi e terapia;
3. III livello: Centri Cefalee dedicati a diagnosi, terapia, ricerca e formazione, con possibilità di ricovero ordinario o in Day Hospital.
Tuttavia, il grado di assistenza e la modalità di gestione delle strutture differisce tra le varie regioni italiane. Per questo motivo, è fondamentale l’inserimento dell’emicrania nel Piano Nazionale della Cronicità (Pnc) e nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).
È necessario, inoltre, rivedere l’organizzazione assistenziale e i percorsi regionali di accesso alle cure (Pdta) per assicurare una piena integrazione con il territorio e un accesso uniforme alle terapie innovative. Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che queste terapie non solo migliorano significativamente la qualità della vita dei pazienti, ma possono anche generare benefici economici per le Regioni grazie all’aumento della produttività che ne deriva.
Le voci degli esperti
Bruno Colombo, Coordinatore Area Neurologica del Centro cefalee e algie facciali, Unità di Neurologia dell’Irccs Ospedale San Raffaele, Milano, spiega: “Il primo obiettivo è quello di considerare e far riconoscere la cefalea, ed in particolare l’emicrania, come una vera malattia. L’impatto di questa patologia sulla qualità di vita e sulla sfera sociale, famigliare e lavorativa è elevato, con costi diretti ed indiretti consistenti e progressivi se la patologia tende nel tempo a cronicizzare. La maggiore frequenza è in età riproduttiva, creando limitazioni significative nella quotidianità di soggetti giovani. Diventa necessario iniziare campagne di informazione in modo che i soggetti cefalalgici divengano coscienti dei nuovi approcci terapeutici e della presenza sul territorio dei centri cefalee. Soprattutto diviene importante che le cefalee, e soprattutto l’emicrania, abbiano predisposti dei percorsi diagnostici e terapeutici mirati e specifici. Le cure farmacologiche sono in grado di ridurre di gran lunga frequenza, intensità e disabilità legata alla cefalea: la fruibilità di queste terapie è però necessaria per il maggior numero di pazienti già in fase precoce di malattia. In tal modo si potrà evitare la cronicizzazione del quadro clinico e si riuscirà a contenere la spesa sanitaria che, in caso di cronicizzazione, risulta 6 volte superiore rispetto alla fase episodica. Quindi, informazione, educazione ed atteggiamento terapeutico tempestivo e proattivo verso i pazienti sono i cardini sui quali basare il futuro dell’assistenza nell’ambito delle cefalee”.
Grazia Sances, Referente Centro Regionale Diagnosi e Cura delle Cefalee (Senior Consultant) Irccs Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, Pavia, dichiara: “L’emicrania è una patologia molto frequente nella popolazione generale, più nelle donne, con un rapporto femmine/maschi di 3:1 e si manifesta nelle età più produttive della vita. Più del 50% dei pazienti con emicrania riferiscono una compromissione severa delle attività durante gli attacchi, circa il 50% una compromissione delle performance anche tra gli attacchi, il 33% riportano uno stigma di malattia. L’emicrania può avere, negli anni, un andamento evolutivo passando da forma episodica a forma cronica (15 o più giorni di cefalea al mese per almeno 3 mesi), in una percentuale di casi complicata da uso eccessivo di farmaci sintomatici che a sua volta peggiora il quadro cefalalgico. Queste forme sono anche le più impattanti per disabilità e costi. La gestione di questi pazienti è, pertanto, molto complessa, ed è necessario fornire accessi alle cure in tempi brevi con modelli di cura integrati secondo la gravità della patologia, al fine di prevenire la cronicità, ridurre la disabilità, trattare precocemente con cure adeguate. Di concerto è utile implementare la conoscenza e la divulgazione della patologia nella popolazione perché un paziente correttamente informato potrà essere di maggiore aiuto al medico nel percorso di cura”.