Gli effetti pleiotropici delle statine sono stati i protagonisti di una abbondante letteratura, con risultati a volte contraddittori e senza che degli studi controllati abbiano portato a conclusioni univoche e dirimenti. Sembra tuttavia che le statine siano in grado di rallentare il riassorbimento osseo, anche se il problema sarebbe quello di identificare la dose ideale.
In un’analisi post hoc dello studio clinico randomizzato Torsemide Comparison With Furosemide for Management of Heart Failure (TRANSFORM-HF) che ha coinvolto 2.858 soggetti, i pazienti con scompenso cardiaco de novo hanno avuto una mortalità per tutte le cause significativamente più bassa a 12 mesi rispetto ai pazienti con scompenso cardiaco peggiorato. Non è invece emersa nessuna associazione significativa tra il tipo di diuretico utilizzato e gli esiti, né nello scompenso de novo né nelle forme peggiorate.
Tra i pazienti con artrite psoriasica, le donne hanno meno probabilità di ottenere risultati rispetto ai pazienti di sesso maschile negli studi clinici randomizzati con terapie avanzate: lo sostengono i dati presentati ad ACR Convergence 2023. È possibile che le differenze biologiche nel profilo immunitario, nella percezione del dolore o nella farmacocinetica delle classi di farmaci possono spiegare l'effetto differenziale.
Le statine sono tra i farmaci più studiati e i dati confermano la loro elevata efficacia nel ridurre il rischio di infarto miocardico, ictus ischemico, ospedalizzazione per angina instabile, mortalità cardiovascolare e mortalità per tutte le cause. Nonostante queste evidenze, circa il 50% dei pazienti interrompe l'assunzione della statina dopo 6 mesi e solo il 20% dei pazienti ad alto rischio continua la terapia dopo 5 anni. Di recente è stato pubblicato un editoriale sul Journal of the American College of Cardiology dove, tra le altre cose, l’autore scrive che "la questione dell'intolleranza alle statine merita ulteriori approfondimenti, perché mina lo standard di cura per un numero molto elevato di pazienti in tutto il mondo e li lascia vulnerabili agli eventi correlati alle patologie cardiovascolari”.
Molti medici di famiglia non hanno familiarità con le opzioni terapeutiche biologiche per l’asma non controllato, e ciò ha influito sulla velocità con cui indirizzavano i pazienti a uno specialista dell’asma, come ha dimostrato una recente indagine. Dei Medici di medicina generale intervistati, il 42% ha riferito di non avere familiarità con i farmaci biologici, mentre il 45% ha affermato di avere abbastanza familiarità e per il 12% sono molto familiari, ha affermato Bijalben R. Patel del Morsani College of Medicine dell'Università della Florida del Sud a Tampa, durante l'incontro annuale dell'American College of Allergy, Asthma & Immunology.
“La Food and Drug Administration statunitense ha approvato per il trattamento dell’obesità la seconda molecola originariamente indicata per la gestione del diabete, e questo è un approccio regolatorio dinamico, direi intraprendente: senza dubbio originato dalla particolare situazione epidemiologica degli Stati Uniti, ma che riposa anche su una spiccata sensibilità per gli effettivi bisogni di cura dei cittadini”. È questo il commento di Riccardo Candido, Presidente Associazione Medici Diabetologi (AMD).
Otto Centri sul territorio di alto profilo e competenza con elevati standard di qualità e sicurezza, autorizzati alla somministrazione delle CAR-T: Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII a Bergamo, Istituto Nazionale dei Tumori, Ospedale San Raffaele, Humanitas, Ospedale Niguarda e Policlinico a Milano, Spedali Civili a Brescia e Ospedale San Gerardo pediatrico a Monza. La partecipazione di specialisti e ricercatori allo sviluppo e alla sperimentazione delle terapie. Sono alcuni fattori che collocano la Lombardia all’avanguardia sul fronte delle CAR-T.