
“I governi europei non possono permettersi di rimanere indietro, mettendo a rischio decenni di progressi e perdendo vite che potrebbero essere salvate con un tempestivo accesso a trattamenti efficaci per la tubercolosi" dichiara la dott.ssa Chiara Montaldo, responsabile medico di Medici Senza Frontiere Italia. "È giunto il momento che l'Europa rimetta la malattia nell'agenda sanitaria e si impegni a trovare soluzioni reali e tangibili. Le persone con tubercolosi in Europa hanno aspettato abbastanza".
In molti paesi Ue, i nuovi farmaci, come i trattamenti orali per la tubercolosi-DR raccomandati dall'Oms, le formulazioni pediatriche, e i trattamenti preventivi più brevi per la tubercolosi, la maggior parte dei quali già ampiamente disponibili nei paesi a basso e medio reddito, rimangono inaccessibili a causa dei prezzi elevati o della mancanza di registrazione.
Ad esempio, l’Oms raccomanda un regime composto da farmaci esclusivamente orali della durata di sei mesi per curare la tubercolosi resistente ai farmaci. Questo regime, composto da bedaquilina, pretomanid, linezolid e moxifloxacina (BPaLM), costa oltre €40.000 in molti paesi Ue, mentre è disponibile per €380 nei paesi a basso e medio reddito attraverso il Global Drug Facility, un meccanismo internazionale di approvvigionamento di farmaci e diagnostica per la tubercolosi.
“Dodici anni fa, la mia unica possibilità di cura contro la tubercolosi resistente ai farmaci era assumere medicinali da iniettare, con gravi effetti collaterali come psicosi e nausea costante. In più avevo meno del 50% di possibilità di guarire” dichiara Stefan Radut, sopravvissuto alla tubercolosi resistente ai farmaci e membro del consiglio della tubercolosi Europe Coalition. “Ho perso metà del mio udito per colpa del mix tossico di farmaci che dovevo assumere e metà del mio polmone sinistro a causa della bassa efficacia del trattamento. Oggi ci sono trattamenti orali molto efficaci, ma è difficile accedervi. Le persone si trovano di fronte al fatto che i farmaci di cui hanno bisogno non sono disponibili, o se lo sono, sono costretti a restare in ospedali lontani oltre 300 chilometri dalla loro casa, dal momento che le cliniche locali spesso non riescono a procurarsi i farmaci necessari. È assolutamente inaccettabile che questi nuovi trattamenti, tutti per via orale, con una probabilità di guarigione molto più alta, non siano ancora accessibili alle persone che ne hanno bisogno”.
Nel 2022, Msf ha iniziato a rispondere ai bisogni dei rifugiati arrivati in Polonia e Slovacchia dall’Ucraina colpita dall'escalation del conflitto, incluse le persone affette da tubercolosi e delle sue forme resistenti ai farmaci (DR). Tuttavia, è stato subito chiaro che né la Polonia né la Slovacchia sarebbero state in grado di fornire terapie adeguate contro la tubercolosi, considerando le strutture mediche limitate, gli standard obsoleti per diagnosi, trattamento e prevenzione della tubercolosi, e la mancanza di integrazione delle linee guida dell'Oms nelle politiche sanitarie nazionali.
“Quando abbiamo iniziato a supportare le persone affette da tubercolosi in Polonia nel 2022, siamo rimasti sconvolti dal fatto che i regimi di trattamento nuovi e più efficaci, disponibili da molti anni nei paesi con un alto tasso di tubercolosi, semplicemente non fossero disponibili in Polonia” dichiara Joanna Ladomirska, coordinatrice Medica di Msf in Polonia. “In Polonia e in molti altri paesi Ue, i bambini devono ancora assumere farmaci dosati in modo inaccurato, e anche quelli con forme non resistenti di tubercolosi devono assumere 11 pillole al giorno invece delle tre pillole al giorno delle formulazioni contenenti combinazioni di più farmaci e a dose fissa, disponibili altrove. Eliminare la tubercolosi in Europa rimarrà un sogno lontano a meno che questo divario di accesso ai trattamenti non venga colmato. Sollecitiamo i paesi europei a continuare i loro sforzi passati per eradicare la tubercolosi e ad adottare azioni immediate per fornire i migliori e più avanzati trattamenti e cure per la tubercolosi a chi ne ha bisogno”.