Dal 2016 al 2024 il numero degli utenti delle app per la salute nel mondo è passato da 125 milioni a 320 (fonte businessofapps.com), che diventano 663 milioni se si considerano anche le app di benessere e fitness. È un dato significativo di quanto la eHealth o sanità digitale stia rivoluzionando le nostre abitudini quotidiane. La VII edizione di SaluTO Torino. Medicina e Benessere è dedicata a questo tema: dal 19 al 21 settembre in diversi punti della Città, gli esperti della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi e del Politecnico parleranno di app, device e nuove tecnologie per la salute nelle diverse discipline, con gli studenti delle scuole medie superiori di Torino e con la popolazione, nei teatri e nelle piazze cittadine per aiutare il pubblico a capire come orientarsi in uno scenario che sta diventando abituale, ma in cui si celano molte insidie e false credenze. “Per la prima volta SaluTO arriva davvero nelle piazze - sottolinea Ezio Ghigo, coordinatore scientifico della manifestazione - realizzando la sua vocazione fondamentale e originaria, avvicinare la cultura universitaria al pubblico generico, di qualsiasi età o estrazione culturale, per parlare a tutti di prevenzione e stili di vita e contribuire concretamente, con una corretta informazione, a ‘fare’ salute, perché una popolazione più informata è una popolazione più sana. In più coniugando le due grandi tradizioni scientifiche della città, quella medica e quella tecnologica”. Testimonial dell’edizione 2025 di SaluTO sarà Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus. SaluTO Torino. Medicina e Benessere nasce nel 2019 ed è realizzato dalla Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Torino e dalla Città di Torino in collaborazione con il Politecnico di Torino, con il sostegno di Compagnia di San Paolo e Regione Piemonte. La manifestazione è organizzata dall’associazione Sapere Aude presieduta da Antonio Amoroso, già professore di Genetica Medica Università degli Studi di Torino, membro del Comitato scientifico di SaluTO. www.saluto.net.
Arrivano all’Università di Parma ben 3 Erc Starting Grant: i finanziamenti d’eccellenza dello European Research Council per giovani ricercatori e ricercatrici premiano tre progetti di ambiti fra loro molto diversi, a dimostrazione della qualità complessiva, non confinata in un singolo settore, dell’attività di ricerca dell’Ateneo. Lo European Research Council ha deciso di finanziare i lavori di Irene Binini (Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali), di Cristiana De Filippis (Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche) e di Paolo Papale (Dipartimento di Medicina e Chirurgia), che rientra in Italia per questa attività di ricerca dopo anni passati all’estero. Ai loro progetti andranno circa 1.5 milioni di euro ciascuno per un periodo massimo di 5 anni. Si tratta di un ottimo risultato per l’Ateneo: quella di Parma è infatti la prima Università statale per numero di Erc Starting Grant. Più di Parma ne ha ricevuti solo la Bocconi, che ne ha 4. Nel complesso in questa tornata sono 30 gli Erc Starting Grant assegnati a ricercatori e ricercatrici che operano in istituzioni italiane. “Come dico spesso la ricerca è futuro – commenta il Rettore Paolo Martelli – e un Ateneo che può contare su una ricerca di qualità è un Ateneo che ha un plus indiscusso. La ricerca è un valore straordinario: è il veicolo che trasmette le nuove conoscenze acquisite consentendo di progredire, di migliorare, di innovare. La ricerca dell’Università di Parma è di altissimo livello e i tre Erc Starting Grant arrivati ora sono un segnale molto importante: siamo la prima Università statale in Italia per numero di Erc Starting Grant, un risultato davvero positivo che dice tanto sulla ricerca che si fa da noi. Tutto ciò è il frutto di anni di investimenti sulle persone operati dai gruppi di ricerca con il supporto costante dell'Ateneo, profondamente impegnato e attento a migliorare la qualità della ricerca e della didattica che ne consegue. Alle colleghe e al collega le più sentite congratulazioni da parte mia e dell’Ateneo”.
Un nuovo modello di cura prende forma alla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano: per la prima volta in Italia, i pazienti affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione potranno accedere alle terapie medico-nucleari in regime ambulatoriale (day service), senza la necessità di ricovero notturno in ambiente protetto. A spiegarne il valore è il Dottor Marco Maccauro, Direttore della Struttura Complessa di Medicina Nucleare dell’Istituto: “Siamo riusciti a creare postazioni per trattamenti in day service. Un grande passo avanti, che ci permette di snellire le liste d’attesa, trattare più pazienti e utilizzare al meglio le risorse disponibili”. Fino ad oggi, le terapie medico-nucleari richiedevano almeno una notte di degenza per motivi di radioprotezione. Grazie a nuove normative, alla presenza di strutture idonee e a un’organizzazione clinica dedicata, sarà ora possibile effettuare il trattamento in giornata, con sei ore di osservazione post-somministrazione e precise indicazioni radioprotezionistiche. “Siamo partiti il 22 luglio con i primi tre pazienti. Inizialmente il servizio sarà attivo un giorno a settimana, ma contiamo di estenderlo progressivamente. Nella fase iniziale ci concentriamo sul tumore alla prostata, ma il modello potrà essere applicato anche ad altre neoplasie: pancreas, polmone, mammella, colon, sarcomi”, aggiunge Maccauro. Il nuovo percorso terapeutico è frutto della collaborazione tra diverse figure specialistiche: oncologi, medici nucleari, farmacisti, fisici, infermieri e tecnici hanno lavorato insieme per offrire una soluzione efficace, sicura e sostenibile. Dal mese di aprile, sono già stati presi in carico circa 20 pazienti con tumore alla prostata, ciascuno dei quali affronterà fino a sei cicli di terapia. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è attualmente l’unico centro in Italia a disporre sia di posti letto per ricovero protetto sia di un day service dedicato alla terapia medico-nucleare oncologica, assicurando così un’assistenza flessibile, calibrata sulle condizioni cliniche del paziente. “Possiamo offrire cure realmente personalizzate, garantendo sicurezza, qualità e continuità terapeutica – conclude Maccauro –. È un modello organizzativo innovativo che speriamo venga adottato anche in altri centri”.
L’Asst Fatebenefratelli Sacco conferma la propria vicinanza ai cittadini anche nel periodo estivo. Dal 1° giugno al 20 agosto 2025, nelle Case di Comunità dell’Asst sul territorio milanese, sono state erogate complessivamente 5.888 prestazioni, a testimonianza della continuità e capillarità dei servizi offerti. Di particolare rilievo l’impegno degli Infermieri di Famiglia e Comunità (Ifec) che hanno assicurato una presa in carico costante e personalizzata agli utenti con un incremento esponenziale delle prestazioni erogate durante il terzo trimestre del 2025: in particolare sono stati attivati 4.473 interventi di Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), 110 prestazioni ambulatoriali e 235 prestazioni a domicilio, nonché 490 visite per il Piano di Sorveglianza Domiciliare (Psd) e più di 500 nuovi pazienti presi in carico. “I dati confermano che nei mesi estivi, quando le necessità di prossimità sono ancora più sentite, soprattutto dalle persone fragili e dagli anziani, la nostra rete sul territorio si è dimostrata pronta a rispondere ai bisogni di salute della popolazione – commenta Enrico Frisone, Direttore Socio Sanitario dell’Asst Fatebenefratelli Sacco. La rete territoriale dell’ Asst Fatebenefratelli Sacco copre i Municipi 1, 2, 3, 4 e 8 di Milano – per un bacino complessivo di circa 750.000 abitanti. Sul territorio sono al momento attive 5 Case di Comunità, localizzate in via Farini 9 e piazzale Accursio 7 (Municipio 8), via Rugabella (Municipio 1), via Ricordi (Municipio 3) e via Don Orione (Municipio 2). Nel corso dell’ultimo anno, nonostante sul territorio siano in corso lavori di realizzazione delle nuove Case di Comunità e Ospedali di Comunità che saranno completati nel 2026, le strutture attive hanno rafforzato i propri percorsi assistenziali, con l’obiettivo di promuovere salute e benessere attraverso attività di prevenzione, cura e riabilitazione. Tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro integrato e multidisciplinare che coinvolge medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e di comunità, psicologi, ostetrici, professionisti dell’area della prevenzione e riabilitazione, assistenti sociali e tecnici. “Il lavoro sinergico svolto dalle nostre équipe, l’impegno e la presenza degli Ifec nelle Case di Comunità, i Consultori e tutti i servizi sul Territorio ci consentono di garantire in ogni momento dell’anno cure di qualità e vicine ai cittadini, rafforzando un modello di sanità territoriale che mette la persona al centro e si dimostra sempre più rispondente ai bisogni dei cittadini milanesi”, aggiunge Maria Grazia Colombo, Direttore Generale dell’ Asst Fatebenefratelli Sacco. “Sono felice di constatare come i dati di questa estate confermino la validità del modello delle Case di Comunità: migliaia di prestazioni erogate e una presenza costante sul territorio milanese, a dimostrazione di quanto sia efficace e senza sosta il lavoro dei professionisti della sanità, che ogni giorno si dedicano ai cura dei cittadini”, conclude Guido Bertolaso, Assessore al Welfare di Regione Lombardia. “Desidero ringraziare l’Asst Fatebenefratelli Sacco per i risultati raggiunti e augurare di continuare su questa strada, che rende la sanità sempre più vicina alle persone e alle loro esigenze”.
Si aprono nuove possibilità nella gestione dei tumori avanzati, grazie a un progetto europeo innovativo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int). Il cuore di questa trasformazione è MyPath (mypath-cancercare.eu), una piattaforma digitale che consente di raccogliere quotidianamente, tramite app e strumenti digitali, informazioni dettagliate sui sintomi, i bisogni e le preferenze dei pazienti oncologici. Questi dati, condivisi in tempo reale con medici e operatori sanitari, permettono di personalizzare le terapie, migliorare la comunicazione e intervenire in modo tempestivo ed efficace. L’Int, unico centro italiano coinvolto, partecipa a questa sperimentazione insieme ad altri importanti istituti di Norvegia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca e Romania, segnando un passo avanti decisivo verso una sanità sempre più digitale e centrata sul paziente. Le Unità di Cure Palliative e di Oncologia Toraco-Polmonare dell’Int sono pronte a iniziare l’arruolamento dei primi 120 pazienti, previsto per la fine dell’estate 2025. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano non è però solo uno dei centri coinvolti: rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per la sperimentazione italiana, mettendo a disposizione la sua consolidata esperienza clinica e la sua eccellenza nella ricerca all’interno di un contesto internazionale. Un elemento chiave di questo progetto sarà il ruolo dell’infermiere case manager, una figura professionale essenziale sia dal punto di vista umano, sia organizzativo. Come spiega Viviana Fusetti, infermiera di ricerca e responsabile del coordinamento dei pazienti nel progetto: “È il punto di riferimento e collegamento per il paziente e per l’intero team di cura, colui che ascolta, coordina, pianifica il percorso di cura e sostiene, trasformando la tecnologia in un supporto umano concreto e continuo”. La piattaforma digitale di MyPath consente ai professionisti di monitorare in tempo reale i sintomi e i bisogni dei pazienti, attraverso un sistema di alert e percorsi clinici personalizzati. Questo approccio proattivo permette interventi tempestivi, migliorando la qualità della vita e ottimizzando i tempi di cura. All’Int, la piattaforma si affiancherà al sistema informatico esistente, con l’obiettivo d’integrare la cartella clinica digitale con un’interfaccia innovativa, che faccia risaltare le priorità di cura delle persone e faciliti una reale collaborazione multidisciplinare. MyPath non è solo tecnologia, ma un impegno concreto per un’oncologia più umana e vicina alle persone. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano conferma il suo ruolo di riferimento a livello europeo nella lotta contro i tumori, promuovendo un’organizzazione centrata sui bisogni dei pazienti