Nuova terapia per la leucemia linfatica cronica
La valutazione di Aifa ha preso in esame i risultati degli studi clinici registrativi ELEVATE-TN e ASCEND. I dati del follow up a 4 anni dello studio registrativo di fase III ELEVATE-TN, condotto su 535 pazienti di nuova diagnosi, dimostrano che acalabrutinib riduce di oltre l’80% il rischio di progressione della malattia o morte rispetto alla chemio-immunoterapia standard. Nello studio registrativo di fase III ASCEND, condotto su 310 pazienti con leucemia linfatica cronica recidivata o refrattaria, acalabrutinib riduce il rischio di progressione della malattia o morte del 69% rispetto al braccio di controllo. “Acalabrutinib appartiene alla classe degli inibitori di BTK, che ha rivoluzionato il trattamento della leucemia linfatica cronica – afferma Antonio Cuneo, Direttore Unità Operativa Ematologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. - L’età dei pazienti alla diagnosi è circa di 70 anni, la leucemia linfatica cronica si inserisce quindi in un quadro clinico dove è probabile che siano già presenti altri problemi di salute. Da qui l’importanza dell’approvazione di acalabrutinib, che può cambiare lo standard di cura grazie a un meccanismo d’azione potente e altamente selettivo”.