Francesca de Caro

Chirurgo ortopedico, Istituto di Cura Città di Pavia (Gruppo San Donato)

Una nuova strategia per riparare le lesioni cartilaginee del ginocchio e contrastare gli stati artrosici allo stadio iniziale è contenuta nell’aragonite, un minerale costituto da carbonato di calcio presente in natura sotto varie forme. È possibile sfruttare le proprietà di questo minerale, che presenta la stessa porosità dell’osso, impiantando uno speciale dispositivo di aragonite, biocompatibile e biodegradabile, in grado di rigenerare la cartilagine e l’osso degenerati a causa dell’usura, dell’avanzare del tempo o di particolari patologie.
Il posizionamento del device, nato in Israele, richiede un intervento chirurgico in mini-open e una notte di degenza. Il cilindro di aragonite, del diametro non più grande di una moneta da 10 centesimi, viene posizionato chirurgicamente all’interno della lesione cartilaginea, in una sede opportunamente ricavata nel tessuto osteocondrale, e a contatto con l’osso del paziente, fornisce una struttura tridimensionale per le cellule staminali e ne permette la differenziazione in osso e cartilagine, che andranno quindi a compensare il deficit venutosi a creare, con risultati visibili in pochi mesi. Non è necessario rimuovere chirurgicamente il cilindro poiché viene completamente riassorbito dall’organismo.
L’intervento è in anestesia spinale e ha una durata di circa 40 minuti. Il paziente resta in ospedale una sola notte e poi viene rimandato al domicilio con l’indicazione alla riabilitazione. Non vi sono particolari controindicazioni alla procedura e gli effetti collaterali non sono diversi da quelli di un normale intervento. Non vi è poi il rischio di rigetto e la percentuale di successo della procedura è molto alta, ovvero pari al 93% a due anni.