Le infezioni respiratorie restano una concreta e grave minaccia per la salute dell'umanità, come ha insegnato la recentissima pandemia Covid-19. Quanto avvenuto negli ultimi 24 mesi non ci deve far dimenticare la diffusione ancora presente in aree del mondo e, grazie a flussi migratori, potenzialmente presente anche in Europa della tubercolosi, cui si devono imputare complessivamente oltre 10 milioni di nuovi casi e 1.5 milioni di decessi nel 2020. La pandemia ha avuto un effetto drammatico sul controllo della tubercolosi a livello globale e per la prima volta in 7 anni abbiamo assistito ad un aumento dei decessi per la malattia.
Di questa infezione e malattia e dei più recenti sviluppi diagnostici e clinici si è parlato a Bologna a fine giugno in occasione del 42° Meeting Annuale della Società Europea di Micobatteriologia.
Circa 200 micobatteriologi provenienti da vari paesi europei, dal Nord America e paesi africani si si sono ritrovati per presentare e discutere i progressi scientifici nell’ambito delle malattie da Micobatteri e in particolare della Tubercolosi.
L’evento - che è stato patrocinato dall’AMCLI, ha trattato, tra i vari argomenti, le innovazioni nel campo dei vaccini e delle piattaforme per trial clinici per i nuovi farmaci. È stata discussa la necessità di individuare biomarcatori in grado di predire rapidamente quali tra i nuovi regimi terapeutici hanno maggiori garanzie di successo e i marcatori in grado di predire la risposta al trattamento in modo da consentire un accorciamento dei tempi di terapia. Nel convegno sono state presentate nuove strategie diagnostiche basate sul sequenziamento del genoma e sull’uso per un approccio personalizzato al management del paziente con tubercolosi. Non sono infine mancate anche importanti novità nel campo della patogenesi della malattia tubercolare e della filogenesi.