La comunità medica bresciana alza la voce contro la tragedia umanitaria in corso a Gaza. In un incontro tenutosi presso la sede dell’Ordine dei Medici di Brescia, il presidente Germano Bettoncelli ha condannato con forza il dramma che sta colpendo la popolazione palestinese, definendolo "una strage pianificata di civili". Alla riunione ha partecipato anche Aed Yaghi, medico palestinese a capo della Palestinian Medical Relief Society, da anni impegnato nell’assistenza sanitaria in una realtà devastata dal conflitto. Secondo Yaghi, il quadro è drammatico: oltre 53 mila vittime, di cui 18 mila bambini, 122 mila feriti, 32 mila con handicap definitivo e 5 mila amputati. A questi numeri si aggiunge l’impatto indiretto della guerra: la mancanza di cibo e acqua, il collasso delle strutture sanitarie e la diffusione di malattie.
La condanna dell’Ordine dei Medici di Brescia. "La tragedia umanitaria che si sta consumando in Palestina avrà conseguenze sanitarie devastanti nel breve e lungo termine," ha dichiarato Bettoncelli. "Come medici stigmatizziamo questa strage di civili, causata non solo dalle bombe, ma anche dalla privazione di risorse essenziali come acqua, cibo e farmaci."
L’Ordine ha chiesto con urgenza il rispetto delle leggi internazionali, continuamente violate nei territori di Gaza, e ha rinnovato l’appello per un cessate il fuoco immediato.
Il conflitto ha colpito duramente anche il personale medico: oltre 1.100 sanitari uccisi intenzionalmente, migliaia di feriti, 122 strutture sanitarie distrutte, tra cui 32 ospedali completamente rasi al suolo.
"Molti medici non hanno più una casa, lavorano senza stipendio e in condizioni di totale carenza di farmaci e presidi sanitari," ha denunciato Yaghi, evidenziando il ruolo eroico di chi continua a prestare assistenza.
Di fronte a questa emergenza, il medico palestinese ha lanciato un appello alla comunità medica affinché sostenga la popolazione di Gaza e contribuisca alla pressione internazionale per un cessate il fuoco.
Secondo un recente studio di Lancet (2025), le vittime indirette - morte per malattie non curate e malnutrizione - potrebbero essere quattro volte superiori a quelle causate direttamente dalle operazioni militari. Inoltre, un’indagine di Oms e Unicef segnala 71 mila bambini e 17 mila donne in stato di malnutrizione grave.
"Ogni giorno vediamo persone svenire per strada perché da giorni non assumono cibo né acqua," ha dichiarato Yaghi. "La comunità internazionale non può continuare a ignorare questa tragedia".