La riforma dell’accesso alla Facoltà di Medicina era stata annunciata come un passo verso l'abolizione del numero chiuso. Tuttavia, il nuovo sistema di selezione sembra mantenere la logica del test nazionale, seppur con contenuti più aderenti alla realtà medica e con corsi di preparazione organizzati dalle Università. Il tradizionale test di ingresso infatti verrà abolito, lasciando spazio a un nuovo modello d’accesso basato su esami scritti, da sostenere alla fine dell’anno. Il Ministero dell’Università e Ricerca sta perfezionando i dettagli della riforma, e secondo le anticipazioni dell'Adnkronos, le nuove prove scritte si svolgeranno in un’unica giornata tra novembre e dicembre. Tuttavia, il nuovo metodo pone ancora alcuni dubbi. Per gli aspiranti camici bianchi, la sfida sarà ottenere punteggi elevati per accedere al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico. Un cambiamento che, seppur necessario, dovrà dimostrare di garantire davvero un sistema più equo e meritocratico.
Secondo Pierino Di Silverio, segretario Nazionale Anaao-Assomed, la modifica delle modalità di accesso solleva interrogativi significativi. Il primo riguarda la qualità della preparazione degli aspiranti medici: per mesi, migliaia di studenti si sono affidati a corsi di formazione non regolamentati, senza alcuna certezza sulle effettive competenze acquisite. Il secondo dubbio riguarda il criterio di selezione: il punteggio ottenuto nel test sarà determinante, aprendo il rischio di un ritorno al cosiddetto "baronato selvaggio" che per anni ha caratterizzato l’accesso alla professione.

Il costo dell'incertezza

A farne le spese sono soprattutto le famiglie, che investono somme considerevoli per garantire ai figli una preparazione adeguata, senza la garanzia di un percorso stabile. La confusione normativa e le continue modifiche al sistema di selezione generano ansia e incertezza, elementi che incidono profondamente sulla serenità degli studenti.
La questione va oltre il semplice accesso all’università: si tratta di un problema strutturale che riguarda il diritto allo studio. Come sottolinea Di Silverio, la riforma confonde l’accesso con un’iscrizione a tempo determinato, contribuendo a un fenomeno che va ben oltre il sistema universitario: la precarizzazione della formazione e della carriera medica.
Verso un futuro incerto
Se la nuova selezione per Medicina non garantisce stabilità, è inevitabile prevedere una pioggia di ricorsi da parte degli studenti che si sentiranno penalizzati da un sistema ancora poco chiaro e strutturato. Nel frattempo, il dibattito continua, mentre il mondo accademico e medico attende di capire se questo cambiamento sarà davvero l'inizio di una nuova era o solo una riforma di facciata. Quello che è certo è che il percorso per diventare medico resta un cammino accidentato, dove le regole si modificano senza una strategia chiara. E, in questo scenario, i giovani aspiranti camici bianchi rischiano di essere i primi a pagarne le conseguenze.