Disparità retributive, i medici pronti a lasciare la Pa
Il nodo della questione è il cosiddetto salario accessorio, la componente retributiva legata ai risultati ottenuti, che viene progressivamente eliminata per la maggior parte dei dipendenti pubblici. Per i medici e i dirigenti sanitari, invece, il vincolo rimane, alimentando un sistema che, secondo Di Silverio, continua a operare con “due pesi e due misure”.
“Nel sistema della Pa, i medici e i dirigenti sanitari sono considerati solo per gli oneri e le limitazioni, ma non per i benefici derivanti dal welfare aziendale o dagli aumenti salariali,” afferma Di Silverio. La denuncia dell'Anaao Assomed sottolinea una condizione sempre più precaria per chi lavora nel sistema sanitario pubblico. “Il nostro è sempre meno un posto fisso e, per riprendere le parole del Ministro, non sarà mai ‘un posto figo’ con queste disparità,” aggiunge il segretario nazionale.
Di fronte a questa situazione, l’unica soluzione che sembra profilarsi è l'uscita dal pubblico impiego. “A queste condizioni sarà sempre più difficile garantire la stabilità del sistema salute,” conclude Di Silverio.
L’appello dei medici e dei dirigenti sanitari si inserisce in un dibattito più ampio sulla necessità di una riforma strutturale del sistema retributivo nella sanità pubblica, affinché venga riconosciuto il valore di chi opera quotidianamente per la tutela della salute dei cittadini.