Mentre il dibattito pubblico si concentra sull’applicazione immediata del ruolo unico ai nuovi ingressi nella medicina generale convenzionata, il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) lancia un forte allarme: il problema è molto più profondo e strutturale di quanto si voglia far credere. Secondo Snami, il progetto di introdurre il ruolo unico rischia di coinvolgere progressivamente tutta la categoria, inclusi i medici già operativi, senza aver definito con chiarezza le attività e i servizi che le nuove strutture, come le Case di Comunità, dovranno garantire ai cittadini. La preoccupazione principale è che si stia discutendo di modelli contrattuali senza sapere concretamente cosa si farà in queste strutture, creando confusione tra i professionisti e disorientamento tra la popolazione.
Il sindacato denuncia come questa situazione rappresenti un esempio di “guardare il dito e non la luna”: si parla di strumenti contrattuali senza aver chiarito la missione delle nuove strutture sanitarie. La vera questione, sottolinea Snami , è che il governo deve definire con precisione quale sarà il ruolo delle Case di Comunità, se si tratterà di strutture con attività 7/7 e diagnostica di primo livello, oppure di un modello più capillare e territoriale.
Il sindacato chiede con fermezza che il ruolo unico venga visto come uno strumento di accesso a una graduatoria unica, e non come un vincolo rigido che imponga un modello unico di lavoro. La tutela della flessibilità professionale è fondamentale: i medici devono poter scegliere tra diverse modalità di lavoro, come il lavoro a quota oraria, modalità mista o a quota capitaria, in base alle esigenze territoriali e organizzative.
Apprezzano il riconoscimento della specializzazione come requisito imprescindibile, considerandolo un passo avanti importante. Tuttavia, ribadiscono che ogni decisione sulla dipendenza o convenzione deve essere presa solo dopo aver chiarito la missione delle Case di Comunità e le attività che queste dovranno svolgere.
Futuro incerto senza chiarezza. Fino a quando non ci sarà una definizione precisa del ruolo e delle attività delle nuove strutture, ogni discussione rischia di rimanere astratta e fuorviante. Snami continuerà a battersi per un modello di assistenza sanitaria sostenibile, equo e centrato sui bisogni reali dei cittadini e dei professionisti.
In attesa di chiarimenti, il sindacato invita a riflettere con attenzione su come strutturare questa importante riforma, affinché possa davvero migliorare l’offerta sanitaria senza creare confusione o ingessature nel sistema.