EvdMentre la firma del contratto del comparto sanitario per il triennio 2022–2024 segna un passo avanti nei rinnovi, la Medicina generale resta fuori dal perimetro delle trattative. A denunciarlo è il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, che esprime apprezzamento per l’atteggiamento proattivo dell’Aran nei confronti della dirigenza medica, ma punta il dito contro il silenzio della Conferenza delle Regioni e del Comitato di settore rispetto alla convenzionata: "È sempre una buona notizia quando la parte pubblica si rende proattiva. A maggior ragione, ci risulta discutibile e preoccupante il silenzio che circonda la Conferenza delle Regioni e il Comitato di Settore in merito alla convenzionata".
Il cuore del problema, evidenzia Scotti, non è solo nei ritardi ma nel metodo stesso. "Si tratta del contratto 2022–2024; pertanto, anche nell’ipotesi di firma entro fine anno, si siglerà ancora una volta un accordo riferito al passato, con tutte le conseguenze del caso". L’effetto, spiega, è che le trattative si svolgono su normative superate, rendendo inefficaci gli strumenti per affrontare le trasformazioni in atto nella sanità territoriale.
Il leader della Fimmg lancia quindi un appello chiaro a tre interlocutori: il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, il presidente del Comitato di Settore, Marco Alparone, e il Ministero della Salute, in qualità di soggetto vigilante. L’obiettivo? Avviare subito l’iter per la definizione degli atti di indirizzo. "Vale la pena ricordare che i contratti si rinnovano su basi normative relative al periodo di riferimento. Se quel periodo è passato, anche la visione contrattuale resta ancorata al passato".
Non manca, nelle parole di Scotti, una stoccata alla Sisac definita "silente e per nulla proattiva". Il segretario genereale avverte: "A latere di tutte le discussioni teoriche e delle speculazioni giornalistiche sulle possibili riforme, la vera riforma della medicina generale si realizza attraverso il contratto convenzionato e atti di indirizzo chiari, impostati sull’evoluzione del sistema territoriale".
Secondo la Fimmg, parlare di sanità del futuro con contratti fermi al 2021 è una contraddizione insanabile: "Un cambiamento che risponda ai bisogni di salute dei cittadini sarà possibile solo se i contratti saranno definiti guardando al futuro e non più al passato".
Il tema verrà portato anche all’attenzione del Consiglio Nazionale della Fimmg, convocato per il 19 luglio. "Entro quella data ci aspettiamo di aver ricevuto delle risposte; diversamente, come è ovvio, non resteremo fermi ad attendere senza comprendere quali siano le prospettive della medicina generale".
Infine, Scotti tocca un nervo scoperto della professione: il calo di interesse da parte dei giovani verso la medicina generale."Ritardi e silenzi non fanno che peggiorare una situazione già complessa. La fuga dal corso di formazione testimonia una marcata disaffezione. Questa perenne incertezza non fa che aggravare il problema". E avverte: "Si chiede alla medicina generale di far fronte ai bisogni di salute previsti dal Servizio sanitario nazionale con contratti fermi al 2021, senza tener conto dell’inflazione e senza mettere sul tavolo strumenti di defiscalizzazione o decontribuzione".