Secondo il Sindacato dei Medici Italiani (Smi) al personale medico devono essere date risposte concrete sia in termini economici sia in termini di tutele per impedire la desertificazione del Ssn. Per Anaoo-Assomed la professione medica "può risollevarsi solo con una drastica terapia d’urto. I numeri sono ormai noti a tutti, le cause e le analisi pure e anche i rimedi".
“Se gli aumenti economici del prossimo contratto 2022-2024 stabiliti dalla legge finanziaria dello scorso anno non saranno integrati da finanziamenti extracontrattuali, faremo valere le nostre ragioni nelle piazze italiane”. Questo il commento del segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio alle notizie apparse sulla stampa in merito agli incrementi stipendiali previsti nel 2022-2024 per il personale della pubblica amministrazione, compresa la dirigenza medica e sanitaria del Ssn.
Snami esprime scetticismo sull’efficacia delle misure adottate per affrontare le criticità della Medicina generale e sottolinea che l’assegnazione di ulteriori 900 borse di studio per il ciclo formativo non sarà sufficiente a risolvere le gravi carenze di un settore per il quale è indispensabile una riforma.
Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, esprime forte preoccupazione in merito alle anticipazioni di stampa sui fabbisogni formativi, indicati dal Ministero della Salute, inerenti la facoltà di Medicina: "Ci sembra quantomeno non oculato aumentare di 1.000 unità i medici che arriveranno nel 2035". Al riguardo rammenta che "diverse proiezioni indicano negli anni compresi tra il 2030 e il 2032 l’inizio di una nuova pletora medica”.
Il nostro sistema sanitario non è attrezzato ad attrarre nuovi medici e neanche a trattenere quelli in servizio: contratti temporanei in decollo, retribuzioni reali in picchiata, altissimo rischio di burn-out e nessuna gratificazione economica e professionale fanno sì che si scelgano soluzioni professionali meno logoranti e più appaganti, nella libera professione così come nelle sanità di altri Paesi. Questo, in sintesi, è quanto si evince dal nuovo Rapporto Fnomceo-Censis, “Il necessario cambio di paradigma nel Servizio sanitario: stop all’aziendalizzazione e ritorno del primato della salute”, presentato di recente a Roma.
Per Pina Onotri segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi) il provvedimento non risponde alle aspettative dei medici soprattutto per quanto concerne le certificazioni, tra cui l'autocertificazione per i primi tre giorni di malattia. Smi auspica ad un miglioramento del testo e, inoltre, si dichiara "contraria alla scelta del medico di famiglia nelle farmacie per l’evidente conflitto d’interesse tra chi vende farmaci e chi, in pratica, li prescrive".
“Il Decreto prevede che le prestazioni di lavoro aggiuntive dei medici siano detassate al 15% - ha dichiarato Angelo Testa, presidente nazionale Snami - ma questo provvedimento, sebbene riconosca il sacrificio dei medici, si applica esclusivamente a coloro che hanno un contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), dimenticando così il personale che lavora in modo integrato come i medici dei servizi di emergenza urgenza che, essendo convenzionati, sono esclusi dalla detassazione. Motivo per cui Snami chiede una correzione da subito in sede di conversione del decreto.