Le dimissioni di Letizia Moratti da assessore al welfare, la nomina, al suo posto, di Guido Bertolaso, hanno procurato un vero e proprio 'terremoto', anticipando, non solo il dibattito sulle prossime elezioni regionali, ma soprattutto rinverdendo la mobilitazione intorno al tema della sanità delle associazioni civiche che hanno partecipato numerose al convegno del Coordinamento Lombardo per il diritto alla Salute Dico 32, svoltosi a Milano, in cui è stata lanciata una proposta, articolata in 23 punti, per rilanciare la sanità pubblica.
FNOMCeO e ISDE si sono rivolte al presidente della Repubblica Italiana e al governo, proponendo una serie di interventi mirati che rimarcano l’urgenza di lavorare insieme su clima e salute. La sanità, infatti, si collega ad una pluralità di questioni che saranno discusse alla Cop27 tra cui, l’uso consapevole ed appropriato di certi esami, l’ambulatorio verde e la conoscenza degli effetti del cambiamento del clima anche su patologie non letali, che però incidono sui costi Ssn.
Con la fine dell’emergenza pandemica e l’arrivo della crisi energetica la sanità perde la propria centralità e subisce un nuovo ridimensionamento. A darne palese evidenza è la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) che per la spesa sanitaria 2022-2025 non si discosta dai parametri, in decrescita, definiti dal precedente governo, fissando gli stessi valori pari a: 133,998 miliardi di euro per il 2022; 131,724 miliardi per il 2023; 128,708 miliardi per il 2024 e 129,428 miliardi per il 2025.
A chiederlo è il presidente della Fondazione Gimbe che denuncia l'impossibilità di garantire il monitoraggio indipendente dell'evoluzione pandemica nel nostro Paese, perché dal 30 ottobre è stata interrotta la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi sul repository ufficiale. Motivo per cui il monitoraggio della Fondazione, per la settimana 26 ottobre - 1 novembre, riguarda esclusivamente l’andamento della campagna vaccinale, i cui dati al momento risultano ancora aggiornati quotidianamente.
“Le Rsa e i Centri Diurni svolgono un servizio pubblico, ma i costi sono sempre più privati, a carico delle organizzazioni e delle famiglie. Col caro energia la situazione è insostenibile”. A precisare ciò sono Anna Batini, presidente di Confcooperative Sanità Toscana, e Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, che hanno partecipato alla manifestazione di protesta di Rsa e Centri Diurni a Firenze, davanti alla sede della Regione Toscana.