Il presidio del 16 dicembre davanti al Pirellone, organizzato dalla rete civica La Lombardia SiCura, ha aperto una fase di mobilitazione contro la delibera regionale XII/4986, che estende l’accesso alle prestazioni pubbliche alla sanità integrativa, sollevando preoccupazioni per chi non dispone di polizze o strumenti di welfare. Tra liste d’attesa, equità e sostenibilità del sistema, il confronto regionale si inserisce nel più ampio dibattito nazionale sulla riforma del Ssn.

La bozza del decreto, al vaglio del Consiglio dei Ministri, interviene sul settore sanitario: slittano al 2026 le scadenze per l’attuazione delle riforme del Pnrr sui Punti unici di accesso e sui Livelli essenziali di assistenza, mentre viene confermata fino alla stessa data l’estensione dello scudo penale per i medici. Prorogate anche misure transitorie per fronteggiare le criticità del Sistema sanitario nazionale.

EvdNon è più soltanto la qualità delle prestazioni a preoccupare i cittadini, ma l’impossibilità di ottenerle in tempi adeguati. È uno dei dati che emergono con maggiore forza dal Rapporto civico sulla salute 2025 di Cittadinanzattiva, che fotografa una crisi profonda del Servizio sanitario nazionale: liste d’attesa interminabili e disuguaglianze territoriali spingono un numero crescente di persone a rinunciare alle cure. In questo contesto, il Mmg si conferma presidio insostituibile di prossimità, coordinamento e tutela, soprattutto per i pazienti più fragili.

EvdSecondo il rapporto “The State of Health in the Eu” dell'Ocse, il nostro Paese, pur guidando l’Ue per aspettativa di vita e gestione delle cronicità, affronta una significativa crisi della Medicina generale. Oltre metà dei Mmg supera il massimale di pazienti, cresce l’ipertensione non diagnosticata e le liste d’attesa frenano l’accesso alle cure, mentre l’elevato consumo di antibiotici peggiora la resistenza. Un quadro di eccellenza sanitaria minacciata da carenze strutturali.

La prima indagine del Forum nazionale della salute digitale mette in luce l'asimmetria tra aspettative e realtà: l’80% dei professionisti prevede l’ingresso stabile delle nuove tecnologie entro tre anni, ma restano carenze di formazione, infrastrutture e strumenti. I medici di famiglia mostrano maggiore resistenza e chiedono educazione e semplificazione, mentre gli specialisti sollecitano software affidabili e flussi chiari. Per tutti, l’intelligenza artificiale appare ancora astratta e lontana dalla pratica quotidiana.