Un team dell'Inserm ha appena pubblicato i risultati di uno studio più completo su questo tema, tenendo conto di 5 parametri che determinano il profilo della qualità del sonno: durata del sonno, presenza o assenza di insonnia, cronotipo (essere mattutino o serale), apnea notturna e sonnolenza diurna. Questi parametri hanno costituito la base di un questionario offerto ai partecipanti, consentendo loro di stabilire un punteggio del sonno compreso tra 0 (sonno disturbato) e 5 (sonno perfetto). Il sonno perfetto è caratterizzato da 7-8 ore di sonno notturno, alzarsi presto/andare a letto presto, assenza di insonnia, assenza di apnea notturna e di eccessiva sonnolenza diurna.

Un buon punteggio del sonno riduce il rischio cardiovascolare
Il questionario è stato proposto a 2 coorti di persone e il punteggio del sonno è stato calcolato all'ingresso e 2 anni dopo per uno dei studi o 5 anni dopo per l'altro. In un sottogruppo di partecipanti è stata anche fatta la polisonnografia. L'obiettivo dello studio era valutare l'effetto congiunto dei 5 parametri (e la sua variazione nel tempo), sul rischio cardiovascolare. Lo studio ha incluso più di 11.000 persone di età compresa tra 53 e 64 anni (44.6% donne) e il follow-up cardiovascolare è stato continuato per 8-10 anni.
L'analisi dei dati ha consentito 3 osservazioni chiave. La prima è che più alto è il punteggio del sonno iniziale, minore è il rischio cardiovascolare, che diminuisce del 18% per ogni punto del sonno al basale (HR 0.82). Il secondo dato è che il rischio diminuisce del 16% per ogni punteggio aggiuntivo tra le due valutazioni (HR 0.84). Infine, gli autori hanno rilevato che i dati suggeriscono che una quota compresa tra il 30% e il 60% di nuovi eventi cardiovascolari sarebbe prevenuta se tutti i partecipanti fossero stati in grado di raggiungere il livello massimo per almeno meno 4 dei parametri del sonno.

Un brutto punteggio? Niente è perduto...
Va notato che 2 pazienti su 3 hanno avuto un punteggio di sonno elevato (uguale o superiore a 3) alla prima valutazione che è rimasto stabile da un controllo all'altro. Il punteggio è migliorato nell'8.1% dei partecipanti ed è peggiorato scendendo al di sotto di 3 per l'11% di essi. Per altri invece (17.2%), il punteggio è rimasto stabile ma inferiore a 3.
Per gli autori, gli ultimi gruppi sono quelli su cui dovrebbero essere effettuate ulteriori indagini, al fine di cercare elementi che possono essere modificati per invertire queste tendenze.
Va osservato che il nesso tra la buona qualità del sonno e la riduzione del rischio cardiovascolare è più forte per le persone con un buon punteggio iniziale, che illustra l'importanza di ottenere un sonno di buona qualità il più presto possibile nella vita e mantenerla nel tempo. Tuttavia, la riduzione del rischio associata al miglioramento del punteggio nel tempo nelle persone con un iniziale punteggio basso suggerisce che non è mai troppo tardi per migliorare la qualità del sonno, indipendentemente da quanto sia basso il punteggio di base.
Tra le raccomandazioni proposte dagli autori c’è la necessità di una sensibilizzazione tempestiva sull'importanza della qualità e quantità di sonno; uno screening per trattare insonnia cronica, ritmo circadiano e apnee notturne.

Bibliografia
Nambiema A, et al. Healthy sleep score changes and incident cardiovascular disease in European prospective community-based cohorts. Eur Heart J, 2023; ehad657. doi: 10.1093/eurheartj/ehad657

Intervista


Presente e futuro del trattamento dell’infezione da HIV
Antonella Castagna
Primario Unità di Malattie Infettive
IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, Milano
Direttore Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

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