Gestione multidisciplinare, adattamento dell'intensità del follow-up in base al rischio individuale, coinvolgimento del medico di famiglia, attenzione all’insorgenza di recidive ma anche alla qualità di vita: questi gli aspetti fondamentali del documento di consenso sul follow-up del cancro della mammella in fase iniziale redatto dall'Associazione italiana dei gruppi multidisciplinari di oncologia (AIGOM) e appena pubblicato su Cancer Treatment Reviews.

Diagnosi tempestiva della recidiva e gestione effetti collaterali

Nelle pazienti asintomatiche, le attuali linee guida raccomandano di condurre un'anamnesi completa, un esame fisico e una consulenza per rilevare eventuali segni o sintomi di recidiva del cancro al seno a distanza.

Tra gli obiettivi principali del programma anche la valutazione e gestione attenta degli effetti collaterali precoci e tardivi dei diversi trattamenti, con particolare attenzione a problemi di immagine corporea, linfedema, cardiotossicità, deterioramento cognitivo, disagio, depressione e ansia, affaticamento, salute delle ossa, dolore e neuropatia, disfunzione sessuale, infertilità e menopausa precoce.

Criteri di inclusione e durata del follow-up

Sono da includere nel programma di sorveglianza oncologica tutte le pazienti sottoposte a intervento chirurgico per tumore della mammella, con la possibile esclusione delle pazienti con età molto avanzata e/o peggioramento delle condizioni cliniche.

Le pazienti con neoplasia mammaria in fase iniziale sono candidate a un trattamento adiuvante più o meno intensivo e personalizzato in base al rischio prognostico derivante dall'associazione tra sottotipi molecolari e stadio del tumore e al tipo di risposta al trattamento neoadiuvante, se eseguito.

La pratica consolidata richiede che il follow-up clinico venga eseguito ogni 3-6 mesi nei primi 3 anni, ogni 6 mesi nei successivi 2 anni e poi annualmente fino a quando la mortalità per cancro in eccesso non viene definita trascurabile ("tempo di cura").

Esami e stile di vita

Ad oggi, la sorveglianza mammografica è l'unica strategia di imaging associata a una riduzione della mortalità tra le donne con pregresso tumore al seno, indipendentemente dall'età. Il monitoraggio mammografico dovrebbe continuare per tutta la vita ed è anche raccomandato per le pazienti anziane con ragionevole aspettativa di vita e in assenza di comorbilità importanti.

L'ecografia mammaria e ascellare è un utile esame aggiuntivo in casi selezionati per la diagnosi precoce delle recidive locoregionali.

La risonanza magnetica mammaria (RM) non è raccomandata negli esami di follow-up di routine, ma può essere presa in considerazione in casi selezionati. Non sono suggerite ulteriori indagini di imaging in assenza di segni/sintomi; tuttavia, altri esami strumentali possono essere presi in considerazione in casi selezionati. L'uso di marcatori tumorali non è indicato nel percorso di sorveglianza/follow-up.

Durante il follow-up e insieme alla sorveglianza oncologica, il gruppo di esperti consiglia la sorveglianza osteometabolica, cardiologica e ginecologica per la diagnosi precoce e la gestione delle tossicità del trattamento precoce e tardivo. Inoltre, viene enfatizzata la preservazione della qualità della vita, con disposizioni per il supporto psico-oncologico e l'incoraggiamento ad adottare comportamenti di vita protettivi.

L'adozione di uno stile di vita protettivo, che includa interventi sul consumo di alcol/atteggiamento verso il fumo, il controllo del sovrappeso/obesità e l'esercizio fisico regolare, dovrebbe essere suggerita a tutti le pazienti per ridurre il rischio di cancro (recidiva e nuovo cancro) e migliorare la qualità della vita.

Aderenza alle terapie adiuvanti

Nelle pazienti con carcinoma mammario con recettori ormonali positivi in ​​fase iniziale, una maggiore sopravvivenza e una riduzione della recidiva o del secondo tumore sono fortemente correlate all'uso della terapia endocrina adiuvante. Siccome questa terapia può causare eventi avversi che limitano l'aderenza al trattamento e influenzano la qualità della vita (QoL) è importante non solo sviluppare trattamenti efficaci, ma anche gestire gli effetti collaterali per migliorare l'aderenza a lungo termine e, in ultima analisi, i risultati complessivi.

Allo stesso tempo non sono da trascurare i percorsi riabilitativi e di reinserimento nella vita sociale e lavorativa: il programma di sorveglianza dovrebbe fornire supporto e informazioni, facilitando l’accesso ai servizi riabilitativi specializzati per garantire un ritorno alla vita normale.

Un team multidisciplinare

La gestione deve essere multidisciplinare e il team ha il compito anche di definire il tipo e la durata delle strategie di follow-up. Il team comprende vari specialisti, tra cui oncologi medici, chirurghi, oncologi radioterapisti, radiologi, patologi, infermieri per la cura del seno e altri professionisti sanitari coinvolti nel trattamento completo delle pazienti, con l'obiettivo di identificare l'approccio diagnostico e terapeutico più adatto per ogni singola persona.

Il coordinatore clinico del programma di sorveglianza può essere l'oncologo medico, l'oncologo radioterapista, il chirurgo del seno o il medico di medicina generale.

Ruolo del Mmg

Il medico di base può assumere il ruolo di referente clinico dopo aver ricevuto dallo specialista una storia oncologica personalizzata con istruzioni su come continuare il programma di sorveglianza

In genere, le pazienti con tumore in fase iniziale vengono seguite dall'oncologo medico fino a 5 anni dopo la diagnosi o fino alla fine della terapia ormonale adiuvante. Dopo la conclusione del periodo di follow-up oncologico specialistico, può essere implementato un modello di follow-up sequenziale, in cui la paziente torna alle cure del proprio medico di famiglia. Lo specialista fornisce al Mmg una storia oncologica personalizzata, insieme a istruzioni su come continuare il regime di sorveglianza. A questo punto, il Mmg può assumere il ruolo di referente clinico, assumendosi la piena responsabilità del programma di sorveglianza in corso del paziente.

Gli specialisti ospedalieri di riferimento devono sempre rimanere disponibili per una rapida ripresa delle cure del paziente in presenza di segni/sintomi sospetti di recidiva.

 

Bibliografia

Gori S, et al. Follow-up of early breast cancer in a public health system: A 2024 AIGOM consensus project. Cancer Treat Rev 2024. doi: 10.1016/j.ctrv.2024.102832.

Intervista


Presente e futuro del trattamento dell’infezione da HIV
Antonella Castagna
Primario Unità di Malattie Infettive
IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, Milano
Direttore Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

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