Nell’anziano livelli elevati di colesterolo Hdl sono associati a un aumento del rischio di fratture: lo rivela uno studio pubblicato su JAMA Cardiology. Un gruppo di ricercatori australiani della Monash University di Melbourne ha osservato che livelli più elevati di C-Hdl sono predittivi di un aumento del rischio di fratture negli anziani; il dato è emerso da un'analisi post hoc dei dati del trial Aspirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE) e del sottostudio ASPREE-Fracture.
I pazienti con insufficienza cardiaca acuta sono frequentemente o sistematicamente ricoverati, spesso perché il rischio di eventi avversi è incerto e le opzioni per un rapido follow-up sono inadeguate. In un recente studio, a questi pazienti è stato applicato uno specifico algoritmo per la stratificazione del rischio di morte che ha ridotto del 12% il rischio di morte per qualsiasi causa o di ricovero in ospedale per cause cardiovascolari (CV) entro 30 giorni rispetto alle cure abituali.
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of the American Heart Association, gli adulti con asma persistente, ma non quelli con asma intermittente, hanno una presenza di placca carotidea più elevata rispetto a quelli senza asma. In un'analisi dei partecipanti arruolati nel Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA), i ricercatori hanno anche scoperto che l'aggiustamento per i marcatori infiammatori non ha attenuato l'associazione tra asma persistente e presenza o carico di placca carotidea, suggerendo che il rischio di CVD aterosclerotica tra le persone con asma può essere multifattoriale.
Da una recente analisi dello Swedish Twin Registry, che ha coinvolto 17.913 individui di età pari o superiore a 60 anni e privi di demenza al basale, è emerso che quasi 1 individuo su 5 ha sviluppato demenza durante il periodo di follow-up di 18 anni, con un rischio 2.1 volte più elevato di demenza incidente osservato nei soggetti con due o più malattie cardiometaboliche.
Uno studio dell’Università di Trieste, del King’s College of London e dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, pubblicato su Journal of Pathology, ha svelato aspetti inattesi dell’infezione da Covid. La coorte dei pazienti analizzati, nonostante la ripetuta negatività virale fino a 300 giorni consecutivi, ha rivelato evidenza di polmonite interstiziale focale o diffusa, accompagnata da estesa sostituzione fibrotica nella metà dei casi. Assolutamente inattesi alcuni aspetti significativi dal punto di vista patologico: nonostante l’apparente remissione virologica, la patologia polmonare si è rivelata molto simile a quella osservata negli individui con infezione acuta.
La dispnea è un sintomo comune negli adulti che può derivare da un'eziologia respiratoria o cardiovascolare. Tuttavia, è stato riportato che altri fattori, tra cui l'obesità, contribuiscono alla dispnea. Nonostante la prevalenza dell'obesità sia in costante aumento, l'entità del suo contributo alla dispnea è poco conosciuta.
La morte del calciatore Gianluca Vialli ha portato nuovamente alla ribalta il tema del carcinoma del pancreas, già richiamato dalla cronaca di recente con un altro caso che ha riguardato un personaggio noto, il rapper Fedez. Pur trattandosi però di due casi molto differenti, il tema della patologia ha sicuramente elementi comuni di forte attualità. AIGO ha voluto rispondere alle domande più comuni, ponendo l'accento sull'importanza della prevenzione.