Il colangiocarcinoma è tumore raro, misconosciuto e di cui si parlano poco, gravato da una mortalità dell’85%. La diagnosi è tardiva, per questo solo il 25% dei pazienti è candidabile alla chirurgia salvavita. Arrivano nuove cure a bersaglio molecolare, ma un solo farmaco oggi è disponibile in Italia. Al primo Convegno nazionale promosso e organizzato da APIC – Associazione Italiana Pazienti con Colangiocarcinoma di recente tenutosi a Bologna, protagonisti i pazienti con le storie, il drammatico vissuto emozionale e il loro punto di vista su presa in carico e trattamenti. Un incontro e un confronto aperto tra chi convive con la diagnosi di colangiocarcinoma, specialisti e associazioni. Tanti i bisogni insoddisfatti e le istanze dei pazienti: carenza di informazione, lungaggini burocratiche delle autorità regolatorie, scarsità di centri di riferimento ai quali essere indirizzati, mancanza di presa in carico multidisciplinare, profilazione molecolare non rimborsata dal SSN. Serve il supporto psicologico, oggi assente, e rafforzare la rete di sostegno per i malati e i loro familiari, spesso soli ad affrontare un percorso tortuoso e doloroso.
Formare alla comunicazione i futuri medici, i medici e i pediatri di famiglia, ma anche il personale sanitario non medico; supportare la figura del caregiver con adeguate attività di formazione; potenziare i servizi di Telemedicina nelle strutture oncologiche: sono le tre indicazioni elaborate dai partner del progetto “Il senso delle parole. Un’altra comunicazione è possibile” per migliorare in Oncologia la comunicazione tra chi cura e chi è curato. Le proposte sono contenute in un Position Paper sviluppato – a partire dall’analisi delle criticità del linguaggio che emergono dal Dizionario Emozionale – dai partner della campagna, promossa da Takeda Italia insieme ad AIL, AIPaSIM, Salute Donna Onlus, Trust Paola Gonzato-Rete Sarcoma Onlus e WALCE, e con il patrocinio di Fondazione AIOM.
Uno studio osservazionale retrospettivo ha valutato l'associazione tra prediabete e insufficienza cardiaca incidente (HF) in pazienti con una storia di fibrillazione atriale. Rispetto alla normoglicemia, il prediabete era associato a un rischio maggiore del 10% di scompenso cardiaco incidente e il diabete era associato a un rischio maggiore del 26% di scompenso cardiaco. In un sottogruppo di pazienti con prediabete, la remissione del prediabete era associata a un minor rischio di scompenso cardiaco al follow-up di 2 anni rispetto a quelli con prediabete persistente.
Il prediabete è una condizione caratterizzata da un’alterazione dei valori di glicemia al di sopra della norma e al di sotto della soglia che contraddistingue i valori di diabete conclamato. Il prediabete aumenta il rischio di malattia cardiovascolare per complicanze microvascolari e macrovascolari. Il professore Arrigo F. G. Cicero, Professore di Scienze Dietetiche presso Università degli studi di Bologna e Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut), fornisce un inquadramento di questa condizione dalla diagnosi alle possibilità di intervento con nutraceutici.
Solo i Centri di eccellenza assicurano una presa in carico globale del paziente, maggiore accessibilità alle opzioni terapeutiche disponibili e alle sperimentazioni cliniche. Non infrequenti le fibrosi polmonari secondarie a malattie reumatiche come la sclerodermia, a rapida progressione. Sono necessari informazione ed educazione di qualità sulla malattia.
Un’analisi basata su un sondaggio che valuta l'applicabilità delle raccomandazioni delle linee guida ESC incentrate sulla cardiologia generale rivela che quasi una su quattro delle raccomandazioni non è in media completamente disponibile. Sostanzialmente più raccomandazioni erano del tutto non disponibili nei paesi a basso reddito (29.4%) rispetto ai paesi ad alto reddito (2.4%). In tutte le società cardiache valutate, l’inattuabilità delle raccomandazioni dipendeva da barriere finanziarie.
Se sono ben noti gli effetti sulla salute a lungo termine dell'infezione da SARS-CoV-2 (Covid lungo) si sa ancora poco sulla diagnosi clinica e sulla gestione della malattia nei sistemi sanitari. Obiettivo di un recente studio è stato quello di descrivere i temi dominanti relativi alla diagnosi clinica e alla gestione del Covid lungo nei pazienti.