In una recente dichiarazione l’Oms ha identificato 348 probabili casi di epatite di origine sconosciuta, mentre gli studi sul potenziale ruolo dell'adenovirus e dell'infezione da Covid stanno aumentando. Al momento, le ipotesi principali rimangono quelle che coinvolgono l'adenovirus, con anche un'importante considerazione sul ruolo del Covid, sia come coinfezione che come infezione pregressa. Sono stati segnalati casi in 20 Paesi, con 70 casi aggiuntivi da altri 13 Paesi che sono in attesa di classificazione poiché si attende il completamento dei test.
Tra i 783 pazienti ricoverati per insufficienza cardiaca in un unico centro della Corea del Sud, la presenza di diabete di tipo 2 e ipoglicemia al ricovero erano un fattore di rischio indipendente e significativo per eventi avversi cardiovascolari maggiori e per morte per tutte le cause durante il follow-up. Gli autori suggeriscono che i medici prestino maggiore attenzione alla prevenzione e alla riduzione dell'ipoglicemia nei pazienti ospedalizzati per insufficienza cardiaca.
In considerazione delle nuove scoperte e delle numerose novità in tema di terapia questo documento rappresenta la sintesi di uno sforzo completamente nuovo, in cui ogni affermazione è stata rivista e ogni raccomandazione è stata soggetta agli standard più rigorosi della revisione contemporanea delle prove e nella classificazione gerarchica, risultando in raccomandazioni qualificate sia dalla forza della raccomandazione che dalla qualità delle prove a supporto. In altre parole, l'era basata sull'evidenza è pienamente operativa.
Il danno renale acuto (AKI) è sempre più riconosciuto come una complicanza significativa del Covid. I ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmingham e del Children's of Alabama hanno studiato l'epidemiologia della nefropatia correlata al coronavirus e hanno scoperto picchi di danno renale tanto nell’adolescenza che negli adulti di età superiore ai 60 anni.
A causa della pandemia si sono registrati aumenti dei sintomi depressivi accompagnati da una riduzione del grado di soddisfazione per la vita, con particolare evidenza nelle ragazze, riferisce un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'UCL. I ricercatori affermano che l'aumento ha riguardato circa 60.000 studenti delle scuole secondarie in più, nei quali i sintomi depressivi supererebbero una soglia clinica, aggiungendo ulteriore stress ai servizi di salute mentale dei giovani.
La ricerca, presentata all’European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases di Lisbona includeva 2320 pazienti dimessi dagli ospedali del SSN nel Regno Unito da marzo 2020 ad aprile 2021. Sono stati valutati a cinque mesi e un anno dopo la dimissione, con 807 soggetti (32.7%) che hanno effettuato entrambe le visite. Lo studio ha rilevato che la percentuale di pazienti che hanno riportato una completa guarigione è rimasta praticamente invariata tra le due visite: 26% a cinque mesi (501 su 1965) e 29% a un anno (232 su 804).
Uno studio di coorte prospettico ha confermato che sia la pressione sistolica cumulativa elevata che la pressione del polso sono associate in modo indipendente a declino cognitivo accelerato, rischio di demenza elevato e mortalità per tutte le cause; è stata invece osservata un'associazione inversa significativa per la pressione diastolica. Questi dati sottolineano l'importanza di prevenire e gestire adeguatamente l'ipertensione ed evidenziano le conseguenze di un'incapacità di farlo in modo efficace.