Uno studio di coorte retrospettivo, condotto su 181.280 soggetti, ha esaminato il rischio post-acuto e l’impatto del diabete incidente nelle persone sopravvissute ai primi 30 giorni di infezione da SARS-CoV-2. I risultati suggeriscono che le persone con Covid sono a maggior rischio di diabete e necessità di terapie ipoglicemizzanti e che l'identificazione e la gestione del diabete dovrebbero essere incluse nelle strategie di cura post-acuta per l'infezione da Covid.
La sindrome di Takotsubo, una condizione che è stata anche chiamata "sindrome del cuore spezzato", può essere innescata da fattori di stress della vita sia positivi che negativi, specialmente negli uomini. Lo suggerisce un nuovo studio, i cui risultati mostrano che sebbene la sindrome, un tipo di insufficienza cardiaca acuta correlata a schemi atipici di anomalie transitorie della contrazione ventricolare sinistra, sia spesso innescata da fattori di stress emotivo negativi, può anche derivare da eventi della vita positivi, qualcosa che i ricercatori chiamano "sindrome del cuore felice".
A chiamarli così è stato un oncologo e genetista della Stanford Medicine in California: si tratta di piccoli “brandelli” di virus che, a distanza di mesi dall’infezione, ancora sono presenti nell’intestino. La ricerca è partita dall’osservazione, all’inizio della pandemia, di tracce di Rna virale nelle feci dei pazienti con sintomi enterici: un elemento che ha fatto nascere dei sospetti sul perché un virus respiratorio fosse in grado di provocare disturbi gastrointestinali. L’ipotesi del serbatoio virale è ora al vaglio di una ricerca dei National Institutes of Health.
Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato che la sorveglianza delle acque reflue può essere utilizzata per monitorare l'incidenza di SARS-CoV-2. Questo tipo di sorveglianza intende superare i limiti degli indicatori di sorveglianza tradizionali, come il numero di test positivi, che dipende dalla disponibilità e dalle indicazioni dei test, o i ricoveri correlati a Covid, che si verificano settimane dopo la diffusione di SARS-CoV-2 e non includono casi lievi o asintomatici.
Un semplice esame del sangue che può essere eseguito dal medico di medicina generale potrebbe aiutare a diagnosticare il cancro ovarico in modo più rapido e accurato, in particolare per le donne di età inferiore ai 50 anni. Lo studio, pubblicato su Cancers, ha esaminato se un tipo di proteina presente nel sangue, la proteina HE4, potrebbe aiutare a identificare il cancro ovarico in modo più accurato e soprattutto più precoce, evitando test e procedure invasive.
Il consigliere del Ministro della Salute Walter Ricciardi, presente a un evento della Fondazione Italia in Salute, a Roma avverte che SARS-CoV-2 “ha capacità di mutazione con rapidità senza precedenti. Abbiamo bisogno di un livello avanzato di conoscenze scientifiche ma anche di efficacia ed efficienza dell'organizzazione sanitaria”.
Le nuove varianti di Omicron, BA.4 e BA.5, sono le responsabili della nuova ondata di Covid in Sud Africa e potrebbero essere dei segnali di un futuro più prevedibile per il SARS-CoV-2. L'aumento di queste due varianti, così come quello di un altro ramo di Omicron in Nord America, potrebbe significare che le ondate di SARS-CoV-2 stanno iniziando a stabilizzarsi secondo schemi prevedibili, con nuove ondate che emergono periodicamente dai ceppi circolanti. Questi sono i primi segnali che il virus si sta evolvendo in modo diverso rispetto ai primi due anni della pandemia, quando le varianti sembravano apparire dal nulla.