Il consumo di tabacco continua a contribuire in maniera significativa al carico globale di malattie, causando circa il 12% dei decessi in tutto il mondo nelle persone di età pari o superiore a 30 anni. Quattro importanti società scientifiche - American Heart Association, American College of Cardiology, European Society of Cardiology e World Heart Federation - hanno rilasciato una nota in cui si chiede una azione più incisiva su scala globale per porre fine una volta per tutte all’uso del tabacco.

Un adulto su 7 (14%) con infezione da SARS-CoV-2 ha sviluppato almeno una nuova condizione che ha richiesto cure mediche durante la fase post-acuta della malattia, un tasso che supera del 5% quello che si registra nei soggetti senza infezione: lo rivela uno studio pubblicato di recente sul British Medical Journal.

“Il tema scelto per la Settimana Mondiale della Tiroide 2021 vuole cercare di dare risposta alle tante domande che le persone con una malattia tiroidea si fanno in questo periodo e individuare quali siano le patologie tiroidee che possano rendere il paziente più ‘fragile’ nei confronti della malattia da Sars-CoV2. Il principale obiettivo della Settimana è sensibilizzare la popolazione in merito ai problemi connessi alle malattie della tiroide e alla loro prevenzione”, ha illustrato Luca Chiovato, Presidente Associazione Italiana della Tiroide, AIT e coordinatore e responsabile scientifico della Settimana Mondiale della Tiroide.

Più tempo occorre per vaccinare la popolazione mondiale, più è probabile il rischio di sviluppo di ceppi resistenti ai vaccini. Ciò ha portato a dare la priorità alla vaccinazione a dose singola per quante più persone possibile, anche se questo significa ritardare una seconda dose oltre il periodo di tempo studiato.

I ricercatori hanno sviluppato un nuovo test che trova applicazione nella diagnosi della malattia di Parkinson, nella demenza di Alzheimer e che può essere di utile impiego anche nell’identificare i casi di Covid-19.

Il deterioramento cognitivo è una condizione di frequente riscontro nella popolazione dei soggetti con diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2. Un recente studio ha dimostrato che le alterazioni della struttura retinica potrebbero essere messe in correlazione con il declino cognitivo, rappresentando quindi degli indicatori diretti o indiretti della disfunzione cognitiva. 

Durante la prima ondata della pandemia si è assistito a un calo del 36% delle diagnosi di tumore prostatico rispetto agli anni precedenti, a fronte tuttavia dell’assenza di influenze negative sul numero di pazienti che ricevevano un trattamento. È quanto ha evidenziato uno nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Uppsala, pubblicato sullo Scandinavian Journal of Urology.