Uno studio del Cnr dimostra come la gestione dell'intervallo tra la prima dose di vaccino (primer) e quella di richiamo (booster) sia un fattore determinante per l'esito della diffusione epidemica. “I risultati mostrano che, quando le risorse sono scarse e i tempi di attesa per le dosi sono lunghi, l'approccio più efficace è dare priorità assoluta alla prima dose, così da aumentare rapidamente la copertura vaccinale iniziale”, afferma Francesca Colaiori, ricercatrice del Cnr-Isc.
Dopo i casi registrati nel Lazio, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali sottolinea l’urgenza della mappatura dei casi e il controllo del vettore. “I casi individuati rappresentano solo la punta dell’iceberg, la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio. Questi sono i principali strumenti per contenere l’infezione” sottolinea la Prof.ssa Miriam Lichtner, infettivologo Simit.
Uno studio condotto dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica evidenzia un’importante riduzione della chetoacidosi diabetica nelle quattro regioni del progetto D1Ce, coinvolte in attività di screening precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia, in applicazione della Legge 130/23.
L'evidenza che le principali malattie trasmissibili, tra cui l'influenza, lo pneumococco e il Covid, possono portare a malattie cardiovascolari ha spinto la Società Europea di Cardiologia (Esc) a emettere una dichiarazione di consenso che chiede vaccinazioni di routine come parte della gestione del rischio cardiovascolare.
Un recente studio rappresenta un passo avanti nella comprensione delle complesse interazioni tra sesso, metabolismo muscolare ed esercizio fisico. Riconoscere e investigare le differenze biologiche sessuali non è solo una questione di accuratezza scientifica, ma è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento del diabete di tipo 2 più efficaci e personalizzate.
Intitolato “Verso un nuovo modello di prevenzione vaccinale nell’anziano. Proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa” il Documento di Posizione è stato presentato da HappyAgeing - Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo – da più di 10 anni portavoce degli over 65 in sanità – nel corso dell’Assise Nazionale sulla Prevenzione delle Malattie Infettive nell’Anziano presso l’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani.
Una nuova e significativa ricerca pubblicata su JAMA Neurology ha rivelato una prospettiva incoraggiante nella lotta contro la demenza. Mantenere una salute vascolare ottimale durante la tarda età può ridurre drasticamente il rischio di sviluppare la demenza prima degli 80 anni. I ricercatori hanno stimato che tra il 22% e il 44% dei casi di demenza entro l'età di 80 anni potrebbe essere attribuito a una cattiva salute vascolare fino ai 74 anni.