Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2021 si è registrato un aumento dei disturbi ipertensivi della gravidanza e della maggior parte dei fattori di rischio associati anche nella popolazione generale in gravidanza. Il dato proviene da una lettera di ricerca pubblicata su Journal of the American Medical Association.

EvdIn occasione del 51° Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm) sono state presentate numerose importanti novità. “I nuovi strumenti hanno una ricaduta molto concreta sul paziente e offrono benefici importanti. Nella fase diagnostica sono utilissimo per rendere più rapida l’individuazione del migliore esame per il paziente” ha sottolineato il professor Andrea Giovagnoni, presidente Sirm.

Lo studio Purity rappresenta, ad oggi, il primo e unico studio multicentrico che ha indagato in modo approfondito la prevalenza di nausea e vomito in gravidanza (Nvp) nelle donne italiane e il suo impatto sulla qualità della di vita, sull’attività lavoratiuva e sulla vita personale, in un campione ampio e rappresentativo delle gestanti italiane. Questi disturbi sono sempre stati vissuti, nell’immaginario collettivo, come tipici delle prime fasi della gravidanza e, in quanto tali, destinati a scomparire con l’evolvere dell’epoca gestazionale. In realtà gli studi più recenti su questa tematica hanno invece dimostrato che non è così.

EvdÈ quanto emerge dalla ricerca presentata da Apmarr – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare in occasione dell’edizione 2024 dell’Eular – European Congress of Rheumatology in corso a Vienna. A partire dagli aspetti burocratici, che allungano le tempistiche del processo di transizione, fino all’impatto derivante dagli aspetti emotivi e psicologici, passando per la scarsa comunicazione e coordinamento tra medici specialisti. “È fondamentale evitare il rischio d’interrompere la continuità terapeutica” dichiara Antonella Celano, presidente Apmarr.

Un gruppo di ricercatori ha valutato il grasso muscolare in oltre 1.600 adulti di 70 anni documentando anche la loro funzione cognitiva per un periodo di 10 anni. Ed è emerso che l'aumento dell'adiposità muscolare dall'anno 1 all'anno 6 era associato a un maggiore declino cognitivo nel tempo, indipendentemente dal peso totale, da altri depositi di grasso, dalle caratteristiche muscolari e dai tradizionali fattori di rischio di demenza.

EvdUn test delle urine a 18 geni sembra essere più rilevante per la diagnosi di cancro alla prostata di alto grado rispetto ai test esistenti. Potrebbe impedire ulteriori esami di imaging o biopsia nel 35%-41% dei pazienti. Pertanto, l'uso di tali test in pazienti con alti livelli di Psa potrebbe ridurre i potenziali rischi associati allo screening del cancro alla prostata, preservandone i benefici a lungo termine

Le conseguenze del cambiamento climatico preoccupano gli italiani anche quando si tratta di salute e di insorgenza dei piccoli disturbi. Secondo una ricerca di Human Highway per Assosalute, Associazione farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata all’evento “Cambiamenti Climatici: quali gli effetti sulla salute?”. Quasi 1 italiano su 2 (47%) è convinto che, allo stato attuale, il cambiamento climatico abbia già delle gravi conseguenze sulla salute di tutti, non solo dei soggetti vulnerabili. Ad essere più in allarme, le donne (l’84.2% vs il 64.4% degli uomini).