Sono proteine fondamentali per l’organismo umano deputate al mantenimento della plasticità e della funzione dei tessuti nervosi, non sono prodotte solo dal Snc ma anche da altri organi e tessuti dove svolgono la loro azione. Durante il recente Symposium sulla Medicina dei Sistemi, il Prof. Massimo Fioranelli, (Università Guglielmo Marconi di Roma) ha approfondito questo tema prestando particolare attenzione al ruolo esercitato sulla corretta funzione cardiaca.
In un recente studio, i ricercatori dell’Helmholtz Monaco di Baviera e dell’Ospedale universitario di Augusta, guidati dalla Dott.ssa Alexandra Schneider, hanno dimostrato che il caldo notturno aumenta significativamente il rischio di ictus. I risultati possono contribuire allo sviluppo di misure preventive: con esse la popolazione può proteggersi meglio dai rischi del cambiamento climatico con notti calde sempre più frequenti. Inoltre, la conoscenza delle conseguenze delle elevate temperature notturne può migliorare la cura dei pazienti.
Diversificare e internazionalizzare. Questi gli imperativi categorici per il prossimo futuro di Fidia (Farmaceutici Italiani Derivati Industriali Affini), azienda farmaceutica italiana con sede ad Abano Terme (Pd), impegnata da sempre in ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti a base di acido ialuronico e suoi derivati. Erano i primi anni ’90 quando, tra tangentopoli e mucca pazza, l’azienda dovette abbandonare il Cronassial, farmaco indicato per la cura di malattie neurodegenerative che arrivò a valere, da solo, l’85 per cento del fatturato del gruppo. Oggi, però, è tutta un’altra storia.
L’Osservatorio Malattie Rare pubblica un approfondimento speciale con i contributi di Agenas, Aieop e Fiagop. Queste le considerazioni della Professoressa Franca Fagioli, dell’Ospedale Regina Margherita di Torino: “Oggi l’80% dei pazienti guarisce, ma è necessaria una maggiore attenzione agli adolescenti, che arrivano tardi alla diagnosi”.
Quasi tutti ne hanno sentito parlare (95%), la metà (50%) ha avuto esperienza diretta o indiretta, ma solo il 64% degli italiani intervistati dice di essere ben informato sulla radioterapia. Si tratta però di conoscenze confuse, come emerge dalla ricerca AstraRicerche-Airo in cui solo il 41% pensa che a somministrarla sia sempre un medico oncologo e più della metà che si diventi radioattivi dopo un trattamento (52%), precludendo anche la possibilità di svolgere le abituali attività quotidiane, sesso incluso.
I risultati del rapporto annuale dell'Alzheimer's Association hanno mostrato pochi cambiamenti nella prevalenza dell'AD dal 2023, ma gli autori dello studio hanno previsto che il numero di persone con più di 65 anni con AD quasi raddoppierà entro il 2050. Entro il 2040 l’Italia sarà il quarto Paese al mondo per numero di ammalati
Un convegno organizzato dalla Fondazione Don Gnocchi a Roma ha lanciato una survey, nell’ambito del progetto FIT4MedRob*, per sviluppare sistemi tecnologici sempre più avanzati e rispondenti alle esigenze indicate dai pazienti stessi.