La glicemia a 2 ore post carico orale di glucosio (2hPG) sembra essere migliore dell'HbA1c nel rilevare la disglicemia e nel predire il suo impatto sui futuri eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia coronarica. È la conclusione a cui sono giunti i ricercatori di uno studio di coorte che ha confrontato le prestazioni diagnostiche e predittive di questi indicatori glicemici sulla base dei dati combinati degli studi EUROASPIRE IV (EAIV) e V (EAV).
La ricerca è stata condotta in 79 centri in 24 paesi europei (EAIV) e 131 centri in 27 paesi europei (EAV). I pazienti idonei avevano un'età compresa tra 18 e 80 anni, non avevano diabete e avevano ricevuto una diagnosi di coronaropatia 6-36 mesi (EAIV) o 6-24 mesi (EAV) prima dell'indagine. I pazienti sono stati esaminati con test di tolleranza al glucosio orale, OGTT (glicemia a digiuno, FPG e glicemia a 2 ore post-carico [2-hPG]) e HbA1c. Il follow-up degli eventi cardiovascolari successivi è stato effettuato mediante un questionario almeno 1 anno dopo l'indagine basale.
Al termine del periodo di osservazione, 8364 pazienti avevano dati OGTT e HbA1C e sono stati inclusi nella popolazione di analisi. Le informazioni sugli eventi cardiovascolari erano disponibili in 7892 pazienti. Il follow-up è durato una mediana di 1.6 anni.
All'inizio, 1856 (22.5%) di 8263 pazienti sono stati identificati come affetti da diabete di tipo 2 di nuova diagnosi utilizzando solo OGTT, rispetto a 346 (4.2%) utilizzando solo HbA1c. Una nuova disglicemia, definita come diabete di tipo 2 di nuova diagnosi o ridotta tolleranza al glucosio (IGT), era presente in 3896 (47.1%) pazienti secondo 2hPG. Un valore di questo parametro di 9 mmol/L o superiore (162 mg/dL, hazard ratio aggiustato [aHR] 1.58; p<0.0001) e HbA1c 5.9% o superiore (41 mmol/mol, aHR 1.48; p=0.0010) erano i più forti predittori di eventi cardiovascolari, mentre l’FPG non era predittivo. Un modello multivariato ha mostrato che l'effetto dell'HbA1c sugli eventi cardiovascolari era spiegato principalmente da 2hPG, che, secondo gli Autori, dovrebbe essere raccomandato come strumento di screening primario.

Bibliografia
Ferranini G, et al. Dysglycaemia screening and its prognostic impact in patients with coronary artery disease: experiences from the EUROASPIRE IV and V cohort studies. Lancet 2024; https://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587(24)00201-8/abstract

Intervista


Presente e futuro del trattamento dell’infezione da HIV
Antonella Castagna
Primario Unità di Malattie Infettive
IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, Milano
Direttore Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

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