È risaputo che un'attività fisica regolare esercita una moltitudine di effetti benefici sulla salute, inclusa la riduzione dell'incidenza dei fattori di rischio per l'aumento della gravità del Covid. Forse ancora più importante è la capacità dell'attività fisica di migliorare la difesa immunitaria e mitigare gli effetti deleteri dello stress sull'immunità durante la pandemia di Covid.
A patto che le quantità consumate siano modeste. Lo afferma una nuova analisi del Global Burden of Disease che ha suggerito che nei giovani adulti di età compresa tra 15 e 39 anni l’alcol comporta solo rischi per la salute. Per le persone di età superiore ai 40 anni, i rischi derivanti dal consumo di alcol variano in base all'età e alla regione. Consumare una piccola quantità di alcol (ad esempio, 1-2 bicchieri di vino rosso) in questa fascia di età può fornire alcuni benefici per la salute, come riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, ictus e diabete.
Come sono cambiate le convinzioni e le abitudini di cura degli italiani nella terza stagione di convivenza tra SARS-CoV-2 e virus influenzali? Il professor Fabrizio Pregliasco, il dottor Claudio Cricelli e Assosalute-Federchimica fanno il punto.
Ogni anno in Italia si stimano 5400 nuovi casi, il 70% è scoperto in fase avanzata per la mancanza di segni specifici. Lorenza Rimassa, Associato di Oncologia Medica all’Humanitas University di Rozzano: “I tre passaggi fondamentali per garantire la migliore assistenza sono la valutazione in una struttura ad alto volume, la discussione del percorso di cura da parte di un team multidisciplinare e la profilazione molecolare per la ricerca delle mutazioni”. La metà delle forme intraepatiche presenta una o più alterazioni molecolari.
Una recente review riassume i dati della letteratura sul diabete indotto da Covid e sui meccanismi fisiopatologici coinvolti. I pazienti con diabete indotto da Covid hanno tassi di mortalità ed esiti avversi più elevati rispetto ai pazienti con Covid che avevano un diabete preesistente. Sono necessari ulteriori studi di coorte prospettici che coinvolgono il follow-up di pazienti con diabete correlato a Covid per diversi anni per valutare e comprendere il decorso del diabete correlato a Covid e ottimizzare i piani di gestione per migliorare i risultati dei pazienti.
I sintomi del Covid lungo sono diversi nelle ragazze rispetto ai ragazzi. Le conseguenze più gravi dell’infezione da SARS-CoV-2 sono più frequenti nei bambini rispetto alle bambine, incluso il rischio di Sindrome Infiammatoria Multi Sistemica grave. Mentre, per quanto riguarda gli effetti indiretti della pandemia, sulle giovanissime sono state catastrofici, soprattutto nei Paesi a basso reddito. A descrivere, attraverso 4 diversi aspetti, le differenze di genere nell’impatto del Covid in età pediatrica è un'analisi della letteratura scientifica, presentata al Congresso della Società Internazionale di Medicina di Genere (International Society of Gender Medicine).
Un'indagine condotta su adulti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 di sei paesi dell'Europa occidentale evidenzia il greve peso dei problemi di salute mentale sulle persone con diabete e suggerisce un legame tra la gestione della glicemia e la gravità dell'ansia. Si tratta dello studio di Evelyn Cox di dQ&A—The Diabetes Research Company, San Francisco, che è stato presentato quest'anno all'incontro annuale dell'Associazione europea per lo studio del diabete (EASD) a Stoccolma.