È stata presentata a Milano l’indagine “Il Punto” condotta interpellando medici, istituzioni, analisti, società scientifiche e responsabili della programmazione sanitaria. Evidenziate differenze tra le diverse realtà regionali (ogni BU ha il suo percorso, anche nell’ambito della regione). La Presidente Rosanna D’Antona: “Bisogna garantire le stesse opportunità a tutte le 45mila pazienti che vivono nel nostro Paese”.

EvdI ricercatori della Duke-NUS Medical School e del National Heart Center Singapore (NHCS), insieme ai colleghi tedeschi hanno dimostrato che la terapia rigenerativa per ripristinare la funzionalità renale compromessa potrebbe presto essere una possibilità.
In uno studio preclinico riportato su Nature Communications, il team ha scoperto che il blocco di una proteina dannosa e regolatrice della cicatrizzazione, l’interleuchina-11 (IL-11), consente alle cellule renali danneggiate di rigenerarsi, ripristinando la funzione renale compromessa a causa di malattie e lesioni acute.

La ricerca in un modello murino di obesità indotta dalla dieta ha riscontrato una maggiore interruzione dei geni coinvolti nella funzione cardiaca quando accoppiata con carenza di vitamina A utilizzando un approccio dietetico e genetico combinato. Lo studio è stato pubblicato sull'American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology.

EvdSebbene la maggior parte delle persone possa controllare con successo l'asma utilizzando corticosteroidi per via inalatoria, circa il 10% dei pazienti risulta essere resistente al trattamento. Recentemente è stato parzialmente scoperto il meccanismo dell'asma resistente al trattamento, dimostrando che la composizione dei lipidi è fondamentale nella risposta infiammatoria. Questo studio ha fornito una prova di concetto di un nuovo metodo di trattamento per l'asma resistente, la modulazione della composizione lipidica, ponendo le basi per studi futuri.

I ricercatori della Stanford Medicine hanno identificato diversi biomarcatori in grado di prevedere il successo di un individuo nel perdere peso e nel mantenerlo a lungo termine. Questi biomarcatori includono firme del microbioma intestinale, proteine prodotte dall’organismo umano e livelli di anidride carbonica espirata.

EvdUna quantità crescente di prove indica che le decine di trilioni di microbi che normalmente vivono nel nostro intestino, il microbiota intestinale, hanno effetti di vasta portata sul funzionamento dell’organismo. I membri di questa comunità microbica producono vitamine, aiutano a digerire il cibo, prevengono la crescita eccessiva di batteri nocivi e regolano il sistema immunitario. Ora, un nuovo studio, condotto da ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, suggerisce che il microbiota intestinale svolge un ruolo chiave anche nella salute del cervello.

Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy: “Le donne che accedono a studi clinici sono percentualmente inferiori rispetto agli uomini. Forse una riflessione va fatta rispetto alla centralità della donna ancora come perno della famiglia e alla difficoltà di avere caregiver che possano sostenere il suo accesso a sperimentazioni cliniche”.