I pazienti possono sperimentare il 30% in meno di reazioni avverse gravi se le loro prescrizioni di farmaci sono compatibili con i loro geni. È quanto riporta uno studio pubblicato su Lancet, frutto di una collaborazione europea. In altre parole i dati suggeriscono che un'analisi genetica prima di una terapia farmacologica potrebbe ridurre significativamente il quadro di possibili eventi avversi e i relativi costi sanitari.
L'arterosclerosi ha grandi somiglianze con le malattie autoimmuni. Lo dimostrano i ricercatori dell'Università di Leida in un nuovo studio pubblicato su Nature Cardiovascular Research. Questa scoperta, aggiungono, suggerisce che le terapie per le malattie autoimmuni potrebbero essere efficaci anche nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari.
È stata presentata a Milano l’indagine “Il Punto” condotta interpellando medici, istituzioni, analisti, società scientifiche e responsabili della programmazione sanitaria. Evidenziate differenze tra le diverse realtà regionali (ogni BU ha il suo percorso, anche nell’ambito della regione). La Presidente Rosanna D’Antona: “Bisogna garantire le stesse opportunità a tutte le 45mila pazienti che vivono nel nostro Paese”.
I ricercatori della Duke-NUS Medical School e del National Heart Center Singapore (NHCS), insieme ai colleghi tedeschi hanno dimostrato che la terapia rigenerativa per ripristinare la funzionalità renale compromessa potrebbe presto essere una possibilità. In uno studio preclinico riportato su Nature Communications, il team ha scoperto che il blocco di una proteina dannosa e regolatrice della cicatrizzazione, l’interleuchina-11 (IL-11), consente alle cellule renali danneggiate di rigenerarsi, ripristinando la funzione renale compromessa a causa di malattie e lesioni acute.
La ricerca in un modello murino di obesità indotta dalla dieta ha riscontrato una maggiore interruzione dei geni coinvolti nella funzione cardiaca quando accoppiata con carenza di vitamina A utilizzando un approccio dietetico e genetico combinato. Lo studio è stato pubblicato sull'American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology.
Sebbene la maggior parte delle persone possa controllare con successo l'asma utilizzando corticosteroidi per via inalatoria, circa il 10% dei pazienti risulta essere resistente al trattamento. Recentemente è stato parzialmente scoperto il meccanismo dell'asma resistente al trattamento, dimostrando che la composizione dei lipidi è fondamentale nella risposta infiammatoria. Questo studio ha fornito una prova di concetto di un nuovo metodo di trattamento per l'asma resistente, la modulazione della composizione lipidica, ponendo le basi per studi futuri.
I ricercatori della Stanford Medicine hanno identificato diversi biomarcatori in grado di prevedere il successo di un individuo nel perdere peso e nel mantenerlo a lungo termine. Questi biomarcatori includono firme del microbioma intestinale, proteine prodotte dall’organismo umano e livelli di anidride carbonica espirata.