EvdMangiare troppo sale, cosa comune in molte società occidentali, non solo fa male alla pressione arteriosa e al sistema cardiovascolare, ma potrebbe anche avere un impatto negativo sul sistema immunitario. Un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dagli scienziati del VIB Center for Inflammation Research e dell'Università di Hasselt in Belgio, e dal Max Delbrück Center in Germania, ha pubblicato su Cell Metabolism dati che indicano che il sale può interrompere le funzioni delle cellule T regolatorie compromettendone il metabolismo energetico. I risultati possono aprire nuove strade per esplorare lo sviluppo di malattie autoimmuni e cardiovascolari.

Identificato un altro responsabile del rischio di malattie cardiovascolari che va a fare compagnia all’eccesso di cloruro di sodio: parliamo degli zuccheri liberi - zuccheri aggiunti e quelli naturalmente presenti nel miele e nei succhi di frutta – che sono stati individuati come fattori di rischio in uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine. I risultati rafforzano le prove della raccomandazione dietetica globale di ridurre il consumo di zucchero libero al di sotto del 5% dell'energia giornaliera totale.

EvdUna ricerca sperimentale condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dal Club alpino italiano ha svelato l’effetto dei monoterpeni – componenti degli oli essenziali emessi dalle piante, abbondanti nelle foreste - nel ridurre i sintomi dell’ansia. Lo studio è pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health.

EvdGli adolescenti italiani dopo la pandemia nella fotografia dell’ISS: 1 giovane su 2 ha dichiarato un effetto positivo nei rapporti famigliari, ma 2 su 5 ne hanno riconosciuto gli effetti negativi sulla salute mentale. In calo l’abitudine alla prima colazione e all’attività fisica quotidiana, in crescita l’uso problematico dei social media (con fenomeni di cyberbullismo). Permangono comportamenti a rischio, quali l’assunzione di alcol, l’abitudine al fumo di sigaretta e la propensione al gioco d’azzardo.

I pazienti possono sperimentare il 30% in meno di reazioni avverse gravi se le loro prescrizioni di farmaci sono compatibili con i loro geni. È quanto riporta uno studio pubblicato su Lancet, frutto di una collaborazione europea. In altre parole i dati suggeriscono che un'analisi genetica prima di una terapia farmacologica potrebbe ridurre significativamente il quadro di possibili eventi avversi e i relativi costi sanitari.

EvdL'arterosclerosi ha grandi somiglianze con le malattie autoimmuni. Lo dimostrano i ricercatori dell'Università di Leida in un nuovo studio pubblicato su Nature Cardiovascular Research. Questa scoperta, aggiungono, suggerisce che le terapie per le malattie autoimmuni potrebbero essere efficaci anche nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari.

È stata presentata a Milano l’indagine “Il Punto” condotta interpellando medici, istituzioni, analisti, società scientifiche e responsabili della programmazione sanitaria. Evidenziate differenze tra le diverse realtà regionali (ogni BU ha il suo percorso, anche nell’ambito della regione). La Presidente Rosanna D’Antona: “Bisogna garantire le stesse opportunità a tutte le 45mila pazienti che vivono nel nostro Paese”.