In queste ultime settimane l’Australia sta facendo i conti con una delle stagioni influenzali più impegnative dell’ultimo decennio con un impatto rilevante sulla tenuta del sistema sanitario. L’alta incidenza di casi influenzali nell’emisfero sud fa presagire infatti che nel prossimo inverno, anche in Italia, potremmo vivere una stagione influenzale particolarmente intensa che potrebbe essere persino più severa di quella appena trascorsa.
La relazione tra obesità e funzione cognitiva è stata finora inconsistente, in parte a causa dell'uso di diversi indicatori antropometrici, come l'indice di massa corporea (Bmi), la circonferenza vita (Wc) e il rapporto vita-fianchi (Whr). Un nuovo studio, una revisione sistematica e meta-analisi, si è proposto di sintetizzare sistematicamente queste associazioni per fornire prove più conclusive.
Un recente editoriale pubblicato su JMIR Medical Informatics ha esaminato la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale, dove le tecnologie progettate per automatizzare la documentazione clinica sono in grado di alleggerire il carico amministrativo degli operatori sanitari. Sebbene questi strumenti siano molto promettenti nel ridurre il burnout e nel liberare tempo per la cura dei pazienti, in quanto consentono una riduzione del tempo dedicato alla documentazione dopo l'orario di lavoro e a una migliore interazione medico-paziente, l'editoriale evidenzia preoccupazioni significative che giustificano ulteriori indagini.
Le Linee Guida Esc/Eas del 2025 per la gestione delle dislipidemie, presentate al congresso Esc 2025, rappresentano un aggiornamento mirato del precedente documento del 2019. Questo aggiornamento incorpora nuovi algoritmi di previsione del rischio come Score2 e Score2-OP, e nuovi modificatori del rischio, tra cui l'aterosclerosi subclinica e livelli elevati di Lp(a). Inoltre, le linee guida introducono nuove terapie per ridurre il colesterolo Ldl e i trigliceridi.
Identificare precocemente i predittori di esiti avversi della broncopneumopatia cronica ostruttiva, come degenze prolungate e mortalità, è imperativo per migliorare la sopravvivenza dei pazienti. Una recente analisi post-hoc, basata sul trial clinico Copd Community Disease Management (Copd-Cdm), ha investigato queste relazioni.
Un nuovo studio pubblicato su JACC: Cardiovascular Imaging sta scuotendo le fondamenta della diagnosi delle malattie coronariche, rivelando che la gravità dei sintomi di un paziente non è sempre un indicatore affidabile dell'estensione dell'aterosclerosi. Questa scoperta sfida l'affidamento tradizionale dei medici sui sintomi per determinare la severità della patologia cardiovascolare.
La perdita improvvisa della vista può rappresentare un significativo campanello d'allarme cardiovascolare. I cardiologi, che spesso visitano pazienti anziani con malattie cardiache accertate o fattori di rischio cardiovascolare, devono essere consapevoli di come i cambiamenti nell'acuità visiva, riferiti dai pazienti o identificati in ambito oftalmologico, possano avere un'origine vascolare. Comprendere questo legame è cruciale per il loro ruolo nel riconoscimento e nella gestione di tali casi.