Un recente editoriale pubblicato su JMIR Medical Informatics ha esaminato la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale, dove le tecnologie progettate per automatizzare la documentazione clinica sono in grado di alleggerire il carico amministrativo degli operatori sanitari. Sebbene questi strumenti siano molto promettenti nel ridurre il burnout e nel liberare tempo per la cura dei pazienti, in quanto consentono una riduzione del tempo dedicato alla documentazione dopo l'orario di lavoro e a una migliore interazione medico-paziente, l'editoriale evidenzia preoccupazioni significative che giustificano ulteriori indagini.
Le Linee Guida Esc/Eas del 2025 per la gestione delle dislipidemie, presentate al congresso Esc 2025, rappresentano un aggiornamento mirato del precedente documento del 2019. Questo aggiornamento incorpora nuovi algoritmi di previsione del rischio come Score2 e Score2-OP, e nuovi modificatori del rischio, tra cui l'aterosclerosi subclinica e livelli elevati di Lp(a). Inoltre, le linee guida introducono nuove terapie per ridurre il colesterolo Ldl e i trigliceridi.
Identificare precocemente i predittori di esiti avversi della broncopneumopatia cronica ostruttiva, come degenze prolungate e mortalità, è imperativo per migliorare la sopravvivenza dei pazienti. Una recente analisi post-hoc, basata sul trial clinico Copd Community Disease Management (Copd-Cdm), ha investigato queste relazioni.
Un nuovo studio pubblicato su JACC: Cardiovascular Imaging sta scuotendo le fondamenta della diagnosi delle malattie coronariche, rivelando che la gravità dei sintomi di un paziente non è sempre un indicatore affidabile dell'estensione dell'aterosclerosi. Questa scoperta sfida l'affidamento tradizionale dei medici sui sintomi per determinare la severità della patologia cardiovascolare.
La perdita improvvisa della vista può rappresentare un significativo campanello d'allarme cardiovascolare. I cardiologi, che spesso visitano pazienti anziani con malattie cardiache accertate o fattori di rischio cardiovascolare, devono essere consapevoli di come i cambiamenti nell'acuità visiva, riferiti dai pazienti o identificati in ambito oftalmologico, possano avere un'origine vascolare. Comprendere questo legame è cruciale per il loro ruolo nel riconoscimento e nella gestione di tali casi.
Un'innovativa ricerca condotta da un team di psicologi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha rivelato che le aspettative individuali sulla propria salute possono influenzare in modo significativo la condizione futura e la velocità di progressione di una malattia cronica come l'asma. Lo studio, pubblicato sulla rivista Health Expectations, suggerisce che le persone ottimiste riguardo al proprio stato di salute dopo una diagnosi di asma tendono ad avere una progressione più lenta della malattia.
La Presidente di Uniamo Annalisa Scopinaro: “Il Rapporto offre l’opportunità di riflettere, dati alla mano, sui chiaroscuri del sistema che è stato creato in questi 26 anni. Dobbiamo analizzare bene cosa funziona meno bene per poter, tutti insieme e in rete, agire per migliorare la qualità di vita delle persone con malattia rara, sorpassando le difficoltà e coordinandoci al meglio“.