Medici e infermieri dei Pronto soccorso e del 118 si sono dati appuntamento il 17 novembre a Roma di fronte alla sede del Ministero della Salute assieme ai cittadini per protestare contro la situazione critica in cui versa il comparto. La protesta è stata lanciata dalla Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza (Simeu). Nei Pronto Soccorso italiani mancano oltre 5.000 medici e 12.000 infermieri e le attese per un ricovero sono sempre più lunghe.
Al primo posto dei desiderata c'è che la sanità, con i suoi professionisti, ritorni al centro dell'agenda del governo. La richiesta accomuna tutti i medici sia gli ospedalieri sia quelli che operano sul territorio. In particolare lo Smi punta sull'adeguamento economico per i medici e per il personale sanitario al pari dei colleghi europei e sulla riapertura delle trattative per i contratti dei Mmg. Snami e Fimmg, seppure con i dovuti distinguo, vista la carenza dei medici del territorio, pongono l'accento anche su un'altra questione: sull'urgenza della pubblicazione dei bandi di concorso per il triennio 2022/25 del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale.
È quanto ha comunicato la FNOMCeO che ha elaborato gli ultimi dati sui medici e odontoiatri sospesi dagli Albi per non essersi vaccinati contro il Covid. Si tratterebbe per lo più di medici che non operano in strutture pubbliche, la maggior parte è libero professionista. Ma il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, rassicura: "Far tornare i medici non vaccinati al lavoro in questa fase pandemica non è rischioso".
La burocrazia è un peso che coinvolge tutta la professione medica. Un medico su due lamenta il peso del carico burocratico e il 91% accusa uno scarso equilibrio tra vita e lavoro. Ma a vivere la frustrazione maggiore sono i medici di famiglia. Infatti se il 72% degli specialisti si dichiara soddisfatto dal proprio lavoro, lo stesso non vale per i Mmg: solo 3 su 7 si dicono appagati dalla professione. Tra le cause di questo malcontento, il carico burocratico è ritenuto il fattore meno soddisfacente da più della metà dei Mmg. È quanto rileva l’indagine, svolta nel periodo di luglio-agosto 2022, da MioDottore su di un campione significativo di medici, specialisti e Mmg.
Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Aaroi-Emac invitano il nuovo Governo a disegnare una nuova filiera della salute che parta dai bisogni del paziente e dalle esigenze del personale sanitario. Motivo per cui denunciano che l'attuale riforma del territorio, su cui i riflettori sono ben puntati, appare del tutto sganciata dall’organizzazione degli ospedali, non superando quell’impostazione a silos del Ssn che in questi ultimi anni ha mostrato tutti i suoi limiti. Una riforma, quindi, che "non sembra essere in grado di risolvere il cronico", è insostenibile poiché riversa sul sistema ospedaliero, allo stremo, i bisogni di salute che la sanità territoriale non riesce a garantire.
A Treviso è sorto il servizio privato “Centri prime cure” dove i cittadini rimasti sfortunatamente senza Mmg, ne mancano quasi 70, si possono rivolgere, pagando 20 euro a visita. Ma la Regione dice di non saperne nulla. “Il caos regna sovrano quando la politica rimane sorda alle richieste dei cittadini - denuncia Liliana Lora, segretario regionale Veneto dello Smi -. Questo disegno di privatizzazione della sanità e dell’assistenza primaria deve essere bloccato".
La goccia che ha fatto 'traboccare il vaso' è stato il documento regionale sulle linee guida interpretative legate all'accordo siglato con gli stessi sindacati nel luglio scorso per regolare i rapporti con i medici d'emergenza e il loro aiuto nei Pronto soccorso. Un documento di cui Fimmg e Snami chiedono il ritiro perché "in aperto e macroscopico contrasto con quanto sottoscritto nell'intesa relativa all'emergenza sanitaria territoriale".