Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari esprimono preoccupazione per i contenuti della manovra economica presentata dal Governo che in sanità destina sì più risorse, ma per bollette, vaccini e farmaci anti Covid, non per servizi e personale. Motivo per cui, non solo l'intersindacale ha dichiarato lo stato di agitazione, ma ha proclamato una manifestazione a Roma per il 15 dicembre. "Con la manifestazione - si legge nel comunicato stampa - ci rivolgiamo ai cittadini affinché siano consapevoli della deriva in cui sta precipitando la sanità pubblica: ci legano le mani e senza risorse potremo proteggere e assistere i nostri pazienti solo in parte e solo grazie a grandi sacrifici che pesano sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie".
"Si blocchi l’attivazione della prescrizione informatizzata dei farmaci da parte dei medici di medicina generale. Aifa convochi un tavolo con le rappresentanze dei medici!" A chiederlo è Gian Massimo Gioria, Responsabile Nazionale Area Convenzionata dello Smi che, in una lettera inviata all'Aifa, elenca le ragioni della propria contrarietà alla decisione dell'Agenzia di avviare dal 1° dicembre l’attivazione della prescrizione informatizzata dei farmaci prevista dalla Nota 100 da parte dei medici di famiglia tramite il sistema TS.
Smi definisce la proposta una grande boutade elettorale "La Regione - denuncia Smi - con chiaro atteggiamento antisindacale, non convoca da mesi i sindacati di categoria per l’atto programmatorio da presentare in Agenas e propedeutico a qualsiasi tipo di accordo". Per lo Snami si tratta di una proposta irricevibile perché di fatto introduce una sorta di Mmg h24 senza che ci sia il personale e le strutture logistiche.
Nella Regione da sette mesi i Mmg in formazione sono senza stipendio e oltre 130 sono gli abbandoni registrati nel corso di formazione per diventare medici di famiglia. Tale criticità era stata portata all'attenzione dei media dal presidente dell'OMCeO di Napoli Bruno Zuccarelli. Ora è intervenuta anche Fimmg Formazione che richiede un intervento immediato da parte della Regione.
La Regione e i sindacati dei medici di medicina generale, Fimmg, Smi e Snami, hanno siglato un nuovo accordo sull'assistenza agli ospiti delle Rsa che aggiorna e amplia la precedente normativa regionale, risalente al 1999. "Con la firma di questo accordo - osservano i rappresentanti sindacali, l'assistenza sanitaria domiciliare, erogata dai Mmg, diventa un livello assistenziale garantito a tutti gli ospiti delle Rsa del Piemonte.
Si spera prorio di sì, visto che si è insediato, presso la sede della FNOMCeO, un tavolo permanente di discussione con l'Inail in cui sarà presa in considerazione la possibilità di estendere ai 70mila medici convenzionati, che lavorano come Mmg, Pediatri di Libera Scelta e medici della Continuità Assistenziale, le tutele Inail, oggi riservate ai medici dipendenti. “La pandemia - ha sottolineato il presidente Inail - ha fatto riemergere con forza la questione dell’esclusione dalla tutela Inail di soggetti particolarmente esposti al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti".
L'avvertimento è dello Smi e prende spunto dalla richiesta dell'Anac che sollecita, su tale problematica, l’intervento del ministro della Salute. A dare rilevanza al fenomeno ci sono anche i dati del sondaggio di Cimo, secondo i quali il 37,6% dei medici è pronto a lasciare il Ssn per lavorare come gettonisti. "Ci chiediamo - evidenzia Smi - quanto è costata l’esternalizzazione dei servizi sanitari allo Stato. Con le stesse risorse si potevano allineare gli stipendi dei medici italiani a quelli del resto d'Europa ed evitare la grande fuga dal servizio sanitario pubblico".