"Non me la sento di dire che i medici di medicina generale italiani non sono all'altezza. Io penso che abbiano svolto una funzione fondamentale anche durante l'emergenza Covid, e che dobbiamo metterli meglio a sistema col resto del Servizio Sanitario Nazionale. Senza Medicina Generale non esiste il Ssn". Ad affermare ciò il Ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo in un recente convegno organizzato dalla Spi Cgil.
L'idea è stata lanciata dallo Snami Emilia-Romagna e proposta alla Regione, per risolvere con un'unica manovra due problemi: quello della carenza di personale per i servizi d'urgenza in ospedale e quello del mancato riconoscimento professionale per i medici di emergenza.
A sottolinere ciò è Maurizio Scassola, segretario Fimmg Veneto, che critica il tentativo del Consiglio Regionale del Veneto di far passare un provvedimento per rimediare alla carenza di Mmg senza un confronto con i rappresentanti dei medici. Il provvedimento, bloccato dalle opposizioni, avrebbe dato facoltà alle Usl di assegnare ai giovani laureati iscritti al corso di formazione triennale in Medicina Generale, curato dalla Regione, fino a un massimo di mille assistiti se frequentano il primo anno e di 1.200 se invece sono al secondo o al terzo.
Il settore formazione della Fimmg ha espresso la propria soddisfazione per l'emendamento 12.13 al 'DL Riaperture'. Emendamento che permetterà ai Medici in Formazione Specifica in MG di partecipare all’assegnazione degli incarichi convenzionali fino al 31 dicembre 2024, aumentando il limite per l'assistenza primaria fino a 1.000 assistiti con il supporto di un Mmg tutor; inoltre le ore di attività convenzionali saranno considerate come ore di attività pratica, da computare nel monte ore previsto.
Se c'è una questione di genere che caratterizza la nostra società, questa si riflette anche sull'organizzazione del lavoro, che ha connotati declinati al maschile e che non tiene conto del ruolo sociale delle donne. Una realtà che emerge anche dalla Survey Anaao Assomed, presentata alla IV Conferenza Nazionale Donne Anaao, in cui le parole d’ordine di un sistema sanitario pensato dalle donne medico e dirigenti sanitarie, deluse e insoddisfatte dall’attuale pianificazione del Ssn, sono: umanizzazione, sia delle cure sia dell’organizzazione, meritocrazia ed equità, conciliazione vita/lavoro, formazione e condivisione.
Questa è la proposta lanciata da Pina Onotri, segretario generale Smi e da Fabiola Fini, Vice Presidente Fvm e vice segretario nazionale Smi, intervenendo alla IV Conferenza Nazionale Anaao Donne. “Le donne nelle professioni sanitarie, nel nostro Paese - hanno dichiarato - sono la maggioranza sia in ambito ospedaliero sia in quello della Medicina Generale, hanno bisogno, già dalla prossima legge di bilancio di segnali chiari e di scelte politiche attive che diano risposte ad una realtà lavorativa in continua crescita”.
Una forma di protesta, e di denuncia, questo è il Doctor Day, organizzato dalla Fimmg di Roma e del Lazio, in cui sono stati presentati i dati del lavoro svolto in questi due anni di pandemia dai medici di famiglia. Numeri che smentiscono una narrazione forzata volta a smantellare il pilastro centrale della sanità pubblica territoriale, cioè la Medicina Generale. Un filone di pensiero delegittimante che non ha scalfito la fiducia del cittadino nei confronti del proprio medico, ma ha diffuso a piene mani un senso di frustrazione nella categoria con la corsa al pensionamento e la fuga dei giovani medici dalla MG. Per richiedere ascolto e sostegno i medici si sono rivolti direttamente al Presidente della Repubblica attraverso l'invio di una missiva.