Questo l'allarme lanciato dal segretario regionale Fismu che è stato al centro di un incontro con la presidente della Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari, Margherita La Rocca Ruvolo. Un incontro proficuo in cui ci si è soffermati su una questione concreta, quella delle future Case di Comunità, che dovrebbero essere, secondo le aspirazioni del Governo nazionale, la ‘chiave di volta’ del cambiamento. Ma al momento la distribuzione territoriale ipotizzata dalla Regione, secondo Fismu, porterebbe alla costruzione di vere e proprie "cattedrali nel deserto".
A chiederlo è Pina Onotri, segretario generale dello Smi che sottolinea l'esiguità del fondo destinato come risarcimento alle famiglie e lancia una proposta:"Le Asl non pagando i medici che scioperano il 1 e 2 marzo, usino le risorse risparmiate per implementare l’indennizzo".
Carichi burocratici insostenibili per i Mmg: "O si provvede subito a una riorganizzazione amministrativa, altrimenti siamo pronti ad attuare azioni eclatanti. Non escludiamo le dimissioni di massa. E se ci fermiamo noi, allora l’emergenza sarà totale". Queste le parole pronunciate da Giovanni Barroccu, segretario provinciale Fimmg-Olbia in una intervista rilasciata alla testata Nuova Sardegna.
“In Toscana nei prossimi anni andranno in pensione circa 4.000 medici. Bisogna essere chiari: così il sistema non regge”. A dirlo è il presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo, che nei giorni scorsi ha consegnato alla Regione una relazione sulla mancanza di medici in Toscana e la richiesta di assumere camici bianchi.
Il dibattito su quale sarà il futuro dei medici di famiglia è ancora aperto. Le Regioni incalzano con la proposta di modificare l'atto di indirizzo affinché venga declinata, in casi specifici, l'assunzione diretta dei Mmg. Ma c'è chi delinea una terza via: l'obbligo ad associarsi. Questa è la proposta avanzata attraverso lo studio Mercer in cui è stata elaborata una policy per la ridefinizione del ruolo dei Mmg nel contesto dei nuovi servizi sociosanitari territoriali. Secondo lo studio la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti dei servizi sanitari regionali avrebbe degli effetti dannosi in termini di diminuzione dell’assistenza al paziente, di flessibilità organizzativa e di maggiori costi.
"Il malessere della categoria è palpabile: carichi di lavoro insostenibili mancanza di tutele, burocrazia aberrante e non ultimo il mancato indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid. Uno schiaffo, da parte dello Stato, soprattutto agli orfani di quei medici". La protesta sembra non bastare più e le organizzazioni sindacali, Smi, Simet, hanno indetto lo sciopero per tutti i medici dell’area convenzionata, con la chiusura degli ambulatori il 1 e 2 marzo e hanno convocato una manifestazione a Roma il 2 marzo dalle ore 9.00 -13.00 al Ministero della Salute.
È quanto ha dichiarato il Presidente Umi Francesco Falsetti sull’inaugurazione di due CdC nei paesi di Nevo e Leno. Per Falsetti si tratta di un cambio di etichetta di strutture già in essere. “Fumo negli occhi per i cittadini - precisa - con l’ennesima 'fuga in avanti' della Lombardia in quanto non si è ancora definito, a livello nazionale, il ruolo dei medici ed in particolare dei Mmg in queste nuove strutture previste dal Pnrr".