"La burocrazia - sottolineano Fismu e Cisl medici  - asfissia i medici di famiglia e danneggia l'assistenza ai cittadini", ma polemiche e divisioni non risolvono il problema, anzi sono controproducenti. Motivo per cui lanciano una proposta: "Ora che l'ACN 2016- 18 è stato siglato da tutti i sindacati della Medicina Generale si apra un fronte comune contro i compiti impropri, invece di alimentare polemiche e divisioni".

I medici di famiglia dell'Ats di Bergamo e di Brescia minacciano di dimettersi e lo fanno attraverso una missiva in cui manifestano una forte preoccupazione per il presente ed il futuro della professione. Nel frattempo anche gli iscritti di Fimmg- Lombardia, attraverso una lettera inviata al presidente e al vice presidente della Lombardia, elencano tutti i malesseri e i problemi che "le autorità sanitarie hanno ignorato in due anni di pandemia".

Diventa sempre più difficile esercitare la professione di medico nel Ssn. A testimoniarlo è la protesta che accomuna i medici del territorio. Ma il quadro che affiora dal fronte dei medici ospedalieri è altrettanto peoccupante. Secondo i dati emersi da un recente sondaggio, promosso dalla Federazione Cimo-Fesmed, se da una parte il 72% dei medici partecipanti alla survey, potendo tornare ai tempi della fine del liceo, risceglierebbe la stessa professione, solo il 28% però continuerebbe a lavorare in una struttura pubblica come dipendente.

Ai sindacati dei medici di famiglia che hanno proclamato lo stato di agitazione si aggiunge anche Snami, mentre Fimmg, pur condividendo la necessità di liberare la Medicina Generale dai lacci e lacciuoli rispetto alle procedure legate al Covid, sottolinea che con l'agitazione sindacale si rischia di fare un danno ai cittadini e non alla politica. Motivo per cui sollecita le istituzioni ad aprire al più presto dei tavoli di confronto per "accelerare una soluzione organica".

A lanciare l'appello è il presidente della FNOMCeO. "Oggi - dichiara - proprio sul territorio, già molti cittadini sono senza medico di famiglia. Ad aggravare la situazione c'è la notizia che tra i medici ospedalieri, esasperati dalle condizioni lavorative, cresce il pentimento di aver scelto di lavorare come dipendenti nel Ssn e opterebbe per il privato". Una realtà che stride con quanti vorrebbero estendere questa forma contrattuale anche ai Mmg. "Il sospetto è che si voglia, con una studiata demagogia, spostare il dibattito sulla forma giuridica, per non guardare come deve davvero cambiare il lavoro, sia negli ospedali sia sul territorio”.

Alcuni presidenti regionali hanno contestato l’atto di indirizzo, approvato  dagli assessori alla sanità delle Regioni e avallato dal Ministero della Salute, che delinea le linee guida del nuovo ruolo dei medici di famiglia nella Medicina del territorio prossima ventura sotto l’egida del Pnrr. Campania, Veneto, Toscana e Lazio chiedono che il Mmg diventi dipendente del Servizio Sanitario Nazionale o che possa scegliere tra convenzionamento e dipendenza. Una posizione che pare non essere stata scalfita nemmeno dall’incontro interlocutorio svoltosi tra i presidenti di Regioni e il Ministro della Salute che ha continuato ad esprimere la propria contrarietà alla dipendenza dei medici di medicina generale.

Le organizzazioni sindacali FP Cgil Medici e Dirigenti Ssn Smi, Simet, Federazione C.I.Pe - S.I.S.Pe - S.I.N.S.Pe  in data 1.2.2022, hanno proclamato lo stato di agitazione per la Medicina Generale. Le organizzazioni sindacali chiedono che i Mmg siano alleggeriti dai compiti burocratici e: "Una riforma profonda della Medicina Generale e delle pediatria di libera scelta, incentrata sulla multi professionalità e sulla presa in carico delle cittadine e dei cittadini, che non rintracciamo nella proposta elaborata dalle Regioni e dal Ministero della Salute".