Un coro unanime di protesta si leva dai rappresentanti di categoria fino al movimento delle Coccarde Gialle contro le reiterate affermazioni dell’assessore al Welfare, Letizia Moratti secondo cui non esiste una carenza di Mmg sul territorio, perché "si tratta piuttosto un problema organizzativo dovuto al fatto che i medici non lavorano a sufficienza". Un concetto già espresso dall'assessore e nuovamente ribadito durante l'inaugurazione della Casa della Comunità di Borgo Palazzo, a Bergamo.
È quanto ha sottolineato la Fimmg durante la recente audizione presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, precisando che l'attuale modello di riforma proposto dal governo e dalle Regioni, rispetto al ruolo dei Mmg, rappresenta un ibrido sulla falsa riga del modello della specialistica ambulatoriale. Inoltre, in merito all'ipotesi della dipendenza dei Mmg, caldeggiata dalle Regioni, la posizione della Fimmg è ferma: “verrebbero ridotti gli orari di servizio e ci si troverebbe di fronte ad un problema di sostenibilità economica", ha spiegato il vice segretario nazionale Fimmg Domenico Crisarà.
Fino alla fine di marzo, termine dell’emergenza pandemica, Snami ha annunciato che avvierà una campagna di comunicazione rivolta alla politica nazionale e periferica, ai sindaci, a tutti i medici e agli assistiti per sottolineare tutti i gravi problemi che sta vivendo la Medicina Generale. Il tutto sarà accompagnato da manifestazioni locali e nazionali fino ad uno sciopero nazionale. “Dopo la proclamazione dello stato di agitazione del 3 febbraio - ha dichiarato Angelo Testa, presidente nazionale Snami - con i vertici sindacali rappresentativi di tutta Italia abbiamo deciso di passare all’azione".
In una nota congiunta Smi e Simet confermano lo sciopero e la manifestazione nazionale a Roma il 2 marzo durante la quale saranno anche esposti cartelli sulla pace per richiedere la fine del conflitto in Ucraina."Il nostro sciopero, ribadiscono, è per salvare il servizio sanitario pubblico da una privatizzazione sempre più invasiva e i medici da carichi di lavoro insostenibili, dalla mancanza di tutele, dalla burocrazia abnorme. Chiediamo ai medici e ai cittadini di essere al nostro fianco". Piena solidarietà dalla FNOMCeO ai colleghi medici dell’area convenzionata che "manifestano il profondo disagio nell'esercizio della professione".
La decisione del governo sul finanziamento di un fondo destinato alle famiglie dei medici e odontoiatri morti per il Covid e privi di copertura Inail è stata accolta con entusiamo perché sanerebbe una "ingiustizia". Dalla FNOMCeO ai sindacati di categoria il coro di approvazione è unamime anche se con alcuni distinguo. "Vogliamo essere fiduciosi" dichiara Smi, mentre l'Anaao-Assomed chiede un ulteriore sforzo "per tutti coloro che continuano a lavorare nelle trincee degli ospedali e dei servizi territoriali".
Lo ha definito "inopportuno" il segretario generale della Fimmg secondo cui lo sciopero dei medici dell'area convenzionata, visto il periodo di emergenza, alla fine danneggia solo il cittadino. Diametralmente opposta la posizione dello Smi, tra i promotori della protesta che, deciso a "non mollare", ha ricordato come la proclamazione della protesta è avvenuta nel rispetto delle leggi. Ma intanto secondo la FNOMCeO l'eventualità che lo sciopero possa essere bloccato dall'autorità non è da scartare.
“Scioperare contro un contratto che tutti le sigle hanno firmato è già un nonsenso". I medici tutti e quelli dell'area convenzionata stanno "vivendo una realtà drammatica che ha bisogno di una battaglia politica unitaria e non di minoritarie, divisive, e demagogiche fughe in avanti". Questo è quanto sostiene Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu sottolineando che sarebbe molto più opportuno se le organizzazioni sindacali si coordinassero per avere una piattaforma unitaria sulle tematiche poste dall'applicazione del Pnrr.