I criteri diagnostici per il declino cognitivo vascolare e la demenza (Vcid) sono stati aggiornati con la pubblicazione dei criteri VasCog-2-Wso, sostenuti dalla World Stroke Organization (Wso). Questi criteri forniscono una standardizzazione internazionale per affrontare la demenza vascolare (VaD), che rappresenta la seconda forma più comune di demenza (15%-20% dei casi). La malattia cerebrovascolare (CeVD) contribuisce al declino cognitivo fino al 75% dei soggetti con demenza.
Una nuova ricerca suggerisce che le differenze di sesso possono influenzare la performance neurocognitiva e gli outcome somatici nelle persone affette da disturbo bipolare (Db) e schizofrenia (Sz). È emerso che queste differenze possono avere un impatto significativo sulla patogenesi e sul decorso di queste condizioni patologiche, sottolineando la necessità di piani di trattamento che ne tengano conto.
È recente la conferma proveniente da uno studio italiano dell’identificazione e caratterizzazione di varianti genetiche rare in pazienti affetti da atrofia muscolare spinale (Sma), una grave malattia neuromuscolare genetica che colpisce i motoneuroni, con una prevalenza di circa 1 persona su 6.000-10.000, e causa debolezza muscolare progressiva.
I tatuaggi sono sempre più diffusi: nel 2024, il 31% degli adulti canadesi ne aveva uno, con più donne (38% vs 28%). Medici e dermatologi affrontano sempre più domande sui potenziali rischi per la salute. Sebbene effetti avversi come infezioni e reazioni allergiche siano ben documentati, le implicazioni a lungo termine, in particolare il rischio di cancro, stanno solo ora ricevendo maggiore attenzione, con preoccupazioni che si estendono a livello globale.
Una maggiore assunzione di cereali ultra-lavorati è stata collegata ad un aumento del rischio di sviluppare Ibd, in particolare la colite ulcerosa. Il pane fresco e il riso erano legati a un minor rischio di Ibd, supportando diete minimamente elaborate.
Un peso corporeo eccessivo, come lo stato di sovrappeso o obesità, è associato a un invecchiamento cerebrale accelerato e a una maggiore atrofia cerebrale. Questa evidenza, emersa dall'analisi di risonanze magnetiche su oltre 46.000 persone, è più marcata tra gli uomini e tende a diminuire con l'avanzare dell'età. Tali risultati invitano a riflettere sull'impatto dell'obesità non solo da un punto di vista estetico, ma come fattore cruciale per la salute del cervello.
Il consumo di alcuni dolcificanti, spesso presenti in cibi e bevande comuni, potrebbe aumentare il rischio di pubertà precoce nei bambini, specialmente in quelli geneticamente predisposti. Questo è quanto emerge da uno studio presentato al meeting annuale Endo 2025 e pubblicato sul Journal of Endocrinological Investigation.