Per far fronte alla carenza di medici e garantire l’assistenza primaria ai cittadini senza medico di famiglia, la Lombardia ha deciso di realizzare in tutte le ATS gli ambulatori temporanei diffusi (CAD) con l’obiettivo di dare una risposta ai problemi che si creano quando lo studio di un Mmg resta vacante. Una soluzione su cui i Mmg pongono però delle perplessità e c'è chi, come il presidente Umi e segretario regionale Fismu Francesco Falsetti, critica l'intero impianto delle linee lombarde di programmazione 2023 per la sanità regionale di cui i CAD sono parte integrante.
"Le diseguaglianze regionali e la mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e il CAP di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute se non ci sarà una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei LEA". Questo in sintesi il commento del presidente della Fondazione Gimbe al Report della Fondazione: “Livelli Essenziali di Assistenza: le diseguaglianze regionali in sanità” che ha analizzato i risultati dei monitoraggi annuali del Ministero della Salute relativi al decennio 2010-2019.
"La manovra economica 2023 riserva solo briciole alla sanità pubblica e al suo personale, segnale della cecità del Governo di fronte al baratro in cui il Ssn sta precipitando". Questo quanto sottolineato dall'intersindacale dei medici e dirigenti sanitari in una nota stampa congiunta. Ad acuire la situazione, secondo l'intersindacale, è anche l'avanzare del progetto di autonomia differenziata che accrescerà le differenze di assistenza e cura tra le Regioni e favorirà la sanità privata.
Nella manovra del governo "non c'è traccia delle risorse per il Piano Nazionale Oncologico né dell'anticipo dell'indennità di PS al 1 gennaio 2023". A evidenziare ciò Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. Si tratta di due misure annunciate come necessarie ma mai davvero inserite nelle Legge di Bilancio. Per Mandorino ciò rappresenta una "gravisssima mancanza che comporterà, e sta già comportando, effetti negativi sui cittadini e sul nostro Ssn”.
A lanciare l'allarme è Salutequità, Associazione per la valutazione della qualità delle politiche per la salute. "Le attuali coperture relative al personale sanitario per il 2026 - dichiara Tonino Aceti, Presidente di Salutequità - ad oggi si attestano a circa 1,7-1,8 miliardi di euro, a fronte di un costo complessivo che oscilla tra circa 2,1 e 2,3 miliardi. Vanno trovate ulteriori coperture per circa 500 milioni di euro, altrimenti il debito buono relativo alle nuove strutture territoriali previste dal Pnrr si trasformerà in debito cattivo, cioè strutture vuote senza il personale necessario".