Eliminare i tetti di spesa, assumere medici negli ospedali anche con contratti libero professionali, Mmg in attività fino a 72 anni, incentivi salariali subito per chi lavora nei Pronto Soccorso e nelle aree marginali e a rischio. Queste, in sintesi, le proposte presentate nel corso del Comitato direttivo della Fiaso per far fronte alla crescente pressione subita  dalle Aziende sanitarie e ospedaliere per la drammatica carenza di organico.

La FNOMCeO chiede di rivedere la nuova bozza del Ddl Calderoli, perché "prima di partire con l’autonomia vanno colmate le disuguaglianze di salute". Anche l'Unione Medici Italiani si schiera, sottolineando, in una nota stampa, che il testo proposto ha bisogno di correttivi soprattutto per evitare la deviazione verso il cosiddetto 'centralismo regionale'.

EvdLe Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio del Senato una settimana fa avevano dichiarato improponibile l'emendamento al decreto milleproroghe con il quale si proponeva di mantenere in servizio i medici fino a 72 anni. Ma a rimettere la questione di nuovo in campo è stata la Lega presentando l'emendamento 4.0.10 con cui, dal 2023 e fino 2026, si vorrebbe elevare a 72 anni l’età pensionabile per i medici, per il personale medico, dipendente o convenzionato del Ssn. La protesta dei medici continua.

EvdA lanciare l’allarme è il presidente della Fondazione  Gimbe, Nino Cartabellotta. Commentando la nuova bozza del DdL Calderoli, per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, sottolinea: “Il testo, non prevede risorse per finanziare i LEP  e consente il trasferimento delle autonomie alle Regioni senza prima recuperare i divari tra le varie aree del Paese”. Pertanto  Gimbe chiede al governo di espungere la sanità dalle richieste di autonomia differenziata.

Questo è quanto emerge dal rapporto “False fix: the hidden health impacts of Europe’s fossil gas dependency” (“Una falsa soluzione: gli effetti nascosti sulla salute della dipendenza dai gas fossili in Europa”), lanciato da HEAL, ISDE e ReCommon che, per la prima volta, analizza gli effetti sulla salute della combustione di gas fossili, facendo emergere come il rischio sanitario sia molto alto, così come accade per tutti gli altri combustibili fossili.